124 Conquiste all'ignoto il nuovo cimento lo lusingava, tuttavia promise che vi avrebbe rinunciato se Maria si fosse opposta. La sua ambizione virile non aveva esitato davanti al formidabile rischio, ma l’idea del distacco faceva soffrire in lui l’innamorato. Maria non si smarrì: comprendendo subito il dovere del sacrificio, si fece animo e senza prendere tempo approvò la decisione di lui, preparandosi nell’intimo a sopportare il lungo distacco, ben dura prefazione alle nozze. Ai primi di febbraio la stampa di tutto il mondo annunciò che il Duca degli Abruzzi, dopo il successo del Sant’Elia, avrebbe affrontato il mistero polare. Ma non fu possibile sapere altro per tutti i mesi dei metodici e silenziosi preparativi durante i quali Cagni non ebbe tregua un sol giorno: dovette occuparsi di mille particolari e seguire il Duca in viaggi continui malgrado il succedersi di avvenimenti familiari ora lieti, come il fidanzamento con Maria Nasi che fu annunciato in maggio, ora tristi come la morte del fratello minore Paolo avvenuta verso la fine dell’inverno. Il Duca sbarcò dalla “San Martino” nel febbraio 1898 per dedica si alla organizzazione dell’impresa con poche parentesi sportive e mondane per le regate. Per Francoforte e Copenaghen si spinse fino a Cristiania dove fu ricevuto da Re Oscar, insieme con Cagni. La situazione interna italiana precipitava nelle drammatiche giornate della sommossa milanese che ebbe per protagonisti il generale Bava-Beccaris, Filippo Turati, don Albertario e uno sfondo di stato d’assedio, cannonate, scioglimento di leghe, processi clamorosi. Il travaglio sociale crebbe fino a minacciare la stabilità del regime e la stessa monarchia. Pareva che col secolo fosse per tramontare anche l’Italia unita. Tutto immerso nell’atmosfera del suo amore ed assorbito dai preparativi di un’impresa in cui metteva in gioco la vita, Cagni, pur interessandosi delle vicende nazionali, se ne sentiva come distaccato: viveva in un piano spirituale più alto, un po’ fuori del mondo e chiuso in sé. In giugno fu a Londra per partecipare col Duca alle regate sul Tamigi durante le quali vinsero col “Bona” la coppa della Regina Vittoria. Riferì in quei giorni che il Principe aveva finanziata un’impresa di certi minatori di-