IL PORTO NUOVO - FINE DELLE FRANCHIGIE di più, inadatti ad accogliere le navi moderne che, dal 1863 (anno dei progetti), erano considerevolmente aumentate di tonnellaggio. Nel 1887 furono intrapresi lavori di ampliamento verso Barcola e la costruzione d’un molo presso la vecchia pescheria (molo IV). Neppure il nuovo porto valse a dare ai commerci l’impulso sperato: permanevano le insufficienze della situazione ferroviaria e le tristi condizioni tariffarie. Nel 1889 una catastrofe del Lloyd parve imminente e richiese l’intervento del governo. Quasi a mostrare che tutto si subordinava a criteri politici, nel 1890 si volle che la sede della società triestina fosse trasportata a Vienna. Non riuscirono gli agitatori austriaci in questo: però, nel 1891, intervenuto il governo a salvare la società con l’aumento della sovvenzione, oltre a altre condizioni pesanti, impose che la nomina del presidente spettasse all’Imperatore. Non era diffìcile alla potenza nazionale dell’ambiente l’assorbimento del Lloyd e l’attrazione di questo nel campo politico italiano. Il presidente E. Morpurgo, benché fedele all’Austria, aveva avuto molti legami coi [circoli patriottici. La nomina imperiale fu la prima manovra importante per denaturare il carattere del Lloyd, per sottrarlo alla città e per farne un centro di politica austro-tedesca. Si può imaginare come accogliesse la città tali innovazioni. Nuovo colpo le fu assestato nel 1891, quando le fu tolto il privilegio del porto franco o, meglio, di città franca. Il commercio se ne risentì solo transitoriamente: ma la popolazione, abituata a prezzi bassi, ebbe danni ingenti. E trasse dal fatto nuovo motivo di avversione contro il governo austriaco. Il confronto con Fiume • prova gli scarsi vantaggi portati dal porto nuovo. Dal 1883 al 1893 il porto del Quarnaro accrebbe i suoi traffici marittimi del 90 per cento: Trieste dal 1880 al 1890 solo del 33 per cento. Il numero delle navi entrate a Fiume dal 1882 al 1892 salì dell’84 per cento: a Trieste del 20 per cento. Il valore delle merci scambiate via mare nello stesso periodo montò nel primo porto del 43 per cento, nel secondo soltanto del 7,7 per cento. Anche dopo l’inaugurazione del nuovo porto lo sviluppo demografico della città rimase modesto: il numero degli abitanti raggiunse i 157.466 nel 1890, con un aumento annuo medio di 1572 abitanti, che era di poco più dell’i