GLI STUDI STORICI - LIVELLO DELLA CULTURA 597 avesse intelletto. Ogni distinto cittadino, negli ultimi decenni, riteneva suo maggior dovere l’intervento alle innumerevoli sedute dei diversi comitati nazionali e delle molte associazioni, che il rimaner chiuso fra i suoi libri. Si comprende quindi che, assolto il supremo compito che era nella difesa della civiltà nazionale, la città non trovasse sempre i mezzi per favorire in modo particolare gli studi, le ricerche scientifiche, le lettere e le arti. Le condizioni speciali favorirono però gli studi storici e in questi — concepiti come una magnifica costruzione di baluardi spirituali, contro l’opera snazionalizzatrice del governo e contro le ambizioni straniere — dal Rossetti, attraverso il Kandler, a Attilio Hortis, e da questi ai più giovani, si ebbe veramente una continuata e poderosa opera di cultura. Vissero e lavorarono a Trieste anche buona parte degli storici istriani, come il Benussi, Camillo De Franceschi, il Morteani, il Salata, il Vidossich, mentre quelli che lavoravano in Istria mantennero strettissimo contatto con la città. Quivi il Joppi, il Manzano e altri friulani ebbero intense relazioni. Qualcuno, come il PelliSf-vi operò. Vennero infine dei Dalmati, quali il Bersa, il Gelcich, l’inchiostri, il Vassilich. A Trieste —nel vero centro — si creava e si compiva l’architettura storica dell’italianità dell’Adriatico orientale. Anche alcuni Trentini, fra i quali Ferdinando Pasini, storico e letterato, lavorarono ed esercitarono influssi nella nostra città. Non i commerci e le immigrazioni prima, non le lotte politiche poi affievolirono quel desiderio di benessere intellettuale, che ci fu sempre nello spirito della città, bramosa di sentirsi al livello delle altre italiane. Nel 1841 il Tommaseo scriveva, che a Trieste spirava « un alito degli intellettuali godimenti » e che i negozianti davano «esempio de’ dispendii generosi e gentili ». Circa quarantanni più tardi Paolo Gia-cometti romanticamente si faceva paladino del buon nome della città: ...Ben fu ignaro colui, e stolto invero, che te Trieste, divite matrona, curva pensò sulle adunate merci, del traffico maestra, e alle gentili arti, a studi nemica. Il menzognero, venga, ed apprenda che qui pur son schiuse le pure fonti del saper, che culto hanno qui VArti e sacerdoti e are...