IMPORTAZIONE ARTIFICIALE DI SLAVI 563 Non c’era dimostrazione, allora e poi, dove non si cantasse l’inno di Garibaldi e l’inno di Mameli, effettuando sempre l’intervento della polizia e continui arresti. Lo Stato continuava a difendersi reagendo coi mezzi più pericolosi, soprattutto con l’artificiale importazione di Slavi, che crescevano sensibilmente di semestre in semestre. Il principe Hohenlohe non mollava: era duro e sapiente. Si erano già partitamente disegnati i programmi del trialismo, che prevedeva la formazione dentro l’impero d’un terzo Stato, slavo, a cui si sarebbe dovuta annettere anche Trieste con tutta la Giulia. L’arciduca Francesco Ferdinando promoveva, con sicura intelligenza della situazione dello Stato e delle sue necessità, la politica trialistica. Il principe Hohenlohe era suo inesorabile collaboratore. Nel 1910, avendo il censimento compiuto dalle autorità municipali data la presenza di 142.113 Italiani sudditi austriaci, 38.480 Slavi e 9689 Tedeschi ed essendo il censimento uno degli strumenti politici più necessari per servir di base a molte leggi e a molti provvedimenti, la Luogo-tenenza ne ordinò la revisione: le cifre nuove (118.959 Italiani, 59.312 Slavi e 11.436 Tedeschi) dovevano dimostrare che Trieste (aumentata di ben 50.911 abitanti dal 1900) era sulla strada di non essere più una città italiana. Ma esse furono dichiarate false persino dalla Commissione statistica centrale di Vienna. Il governatore e gli Slavi ebbero nuovo incitamento di provvedere ai loro piani. Nel 1910, in seguito all’eliminazione metodica degli Italiani, più dell’8o per cento degli impiegati subalterni dello Stato erano Slavi; nel 1913 erano 87,5 per cento. Appena inaugurata la linea dei Tauri, le ferrovie dello Stato importarono e fissarono nel quartiere di San Vito centinaia di ferrovieri slavi, che nel 1912 formavano 700 famiglie con circa 4000 persone. Alla ferrovia Meridionale, di 369 impiegati soli 70 erano ancora italiani e di 680 operai soltanto otto. Disse il Pitacco al Parlamento, nel 1912: « Ciò che non si può ottenere mediante le denunzie, i processi, gli arresti e le proscrizioni arbitrarie, si tenta di realizzare mediante l'esecuzione d'un piano d’invasione territoriale, organizzando quasi una nuova migrazione di popoli ». I più inverosimili pretesti furono trovati per licenziare impiegati italiani e far posto agli slavi. Si procedette, di più, a un’altra operazione. Come abbiamo detto, sia per attrazione naturale del mercato di lavoro, sia per la concorde