532 I.A LOTTA PER L’UNIVERSITÀ Nel 1886 si domandò, su proposta di Felice Venezian, non più la sola facoltà, ma un’università intera e la Pro-Patria designò come unica sede possibile Trieste. Passò un altro anno e il Comune offrì di costruire a sue spese l’edificio per ospitare l’istituto. Ma fu inutile quell’offerta, non meno di tutte le domande, le proposte e le proteste continuate negli anni seguenti. Nel 1901 la quistione passò in campi più aperti e a lotte più importanti. Essa si presentò come un magnifico strumento di lotta contro il governo austriaco, poiché costituiva senza dubbio un vero diritto degli Italiani, ma era un diritto al quale il governo austriaco non avrebbe dato soddisfazione, sia perché preoccupato dall’irredentismo, sia perché premuto dagli Slavi e dai Tedeschi. Sebbene una parte dei patriotti stimasse necessaria agli Italiani soggetti all’Austria la creazione d’un’università, che sarebbe stata un centro di cultura, di politica e di resistenza nazionale (« il sogno d’un giusto » la definì una volta Attilio Hortis), a un’altra parte, in questa a Venezian e ai suoi amici, pareva utile non ottenere mai la concessione e avere, da un’incessante agitazione e dall’impressione che avrebbero fatto in Italia l’agitazione stessa e il diniego di così evidente diritto, un ottimo mezzo per combattere a oltranza il governo austriaco e per preparare l’opinione italiana all’immancabile avvenire. Certo è che la lotta per l’università diede occasione a grandi conflitti, a un’immensa agitazione e pose più d’ogni altra cosa il problema irredentistico dinanzi agli occhi sonnolenti dellTtalia triplicista e pacifista. Nell’ottobre di quell’anno 1901 era avvenuto,*che studenti italiani fossero aggrediti a Innsbruck dai tedeschi, che volevano impedire le lezioni del prof. Menestrina a quell’università teutonica. Il fatto ebbe una profonda ripercussione in tutte le terre italiane soggette all’Austria. Il 15 novembre un comizio popolare fu convocato al Politeama Rossetti «e fu dei più imponenti e dei più appassionati, che si conoscessero, e il primo dei molti grandi comizi di protesta, che poi si succedettero sempre per la quistione universitaria. In quest’unica occasione i socialisti vennero al fianco dei liberali. La concordia mostrata dai cittadini in quella giornata si trovò salda a un'altra prova, nel febbraio del 1902, quando una vertenza tra i fuochisti e la direzione del I.lovd provocò uno sciopero generale: il 14 del mese, mentre una numerosa folla di popolo, scen-