LA RIVENDICAZIONE DEL DIRITTO 417 Non mancarono certo, e non furono pochi, i sagrestani dell’Austria, « i privilegiati, i sovvenuti, i mantenuti, i medagliati, i crocesegnati », come scriveva Tomaso Luciani: di essi alcuni per conservatorismo o per moderatismo, altri per zelo dei loro affari, altri ancora per mentalità particolare. Unico il caso di quel concittadino Luigi Debrauz, che, fattasi una posizione nel giornalismo parigino, ne approfittava per difendere la politica dell’Austria in Italia. Un altro triestino, lo Snider, stampava invece, nel 1861, a Parigi una violenta requisitoria contro il governo austriaco. Nel mese d’ottobre 1860 il governo di Vienna largì una costituzione detta più «liberale », ma in realtà simile alle precedenti. Essa fu accolta con molte feste nellTmpero. Anche a Trieste alcuni elementi, nostrani e stranieri, vollero illuminare le finestre. Ma i patriotti se ne sentirono prò- t vocati. Vi furono zuffe, dimostrazioni di protesta, durante le quali andarono in pezzi parecchie finestre, alcuni tirando alle illuminate, altri alle oscure. Il cocchiere Antonio Fusar finì quella sera agli arresti per aver gridato sulla strada Viva Garibaldi. Insieme all’idea nazionale, strettamente legata a essa, si diffondeva in strati sempre maggiori anche l’idea liberale. Nel 1861 Pacifico Valussi e Costantino Ressmann affermarono il diritto di Trieste con l’opuscolo: Trieste e l'Istria e le loro ragioni nella quistione italiana, di cui il Ressmann curò [anche un’edizione francese a Parigi. Vi avevano collaborato, secondo il Kandler, Luciani con « Abro e soci ». Poco dopo si pubblicava a Milano una raccolta di poesie: Istria e Trieste. Memorie e speranze. Il 1861 — anno di grande fervore nella Giulia orientale — creò a Trieste una nuova e possente forza operante: il Comune. La proclamazione del Regno d’Italia, arra di sicure rivendicazioni future, penetrò nella vita della città, fu come un’infusione di nuovo spirito, un’accensione di nuove speranze, una creazione di nuove fedi. Per chi ricordava il ’49, la costituzione del Regno non poteva non sembrare un miracolo della volontà nazionale: e il miracolo non poteva non diffondere, non rafforzare la fede. Il 14 marzo, a Trieste, con solenne numerosa e pacifica passeggiata al molo San Carlo fu celebrata la proclamazione del Regno. Da alcuni giorni si era distribuito un proclama invi- Storia di Trieste, voi. II. 27