NUOVA SITUAZIONE NELL’ADRIATICO 159 domanda, trasmessa, nel 1710, dal Consiglio aulico alla comunità di Fiume, affinché esprimesse il suo parere, ritornò a Vienna o a Graz, per dormire negli archivi. Tuttavia quell’anno arrivavano a Venezia le prime notizie « circa la disposizione de’ Cesari di far scala franca il porto di Trieste ». Non erano notizie esatte: alcuni anni sarebbero trascorsi ancora inutilmente. Ma intanto, con svolgimento inarrestabile, la situazione fig. 23: veduta della città verso il 1730 (da un disegno di quell'anno) a) castello - 6) duomo - c) episcopio - d) monastero - e) gesuiti - /) mandracchio - g) la batteria - A) porto esterno - *) le saline - k) squero - l) i Cappuccini - m) la Madonna del mare - n) San Francesco - 0) i Santi Martiri - p) ospedale dei Benedettini - q) castello di San Vito - r) vigneti nell’Adriatico si mutava, perché la Repubblica si faceva ogni dì più impotente a difendere la sua autorità. Incominciavano, su larga scala, contrabbandi di sale, di olio e d’altre merci nel golfo triestino. Salinari di Muggia passavano negli stabilimenti di Trieste. Si direbbe che grandi novità economiche fossero attese da tutti. Non mancavano quelle politiche: il podestà di Capodistria informava il Senato veneto (17 io) del-l’>( insolita novità » fatta a Trieste, dove avevano costruito e armato un brigantino che dava la caccia, nelle acque fra Trieste, Muggia e Sdobba, al « contrabbando dei sudditi imperiali », a quegli imperiali che, via