l’azione degli slavi 503 Ma bisognava, altresì, non farsi distruggere dall’Austria, spuntarle le armi in mano, difendere le grandi associazioni e gli istituti scolastici e culturali, difendere a oltranza il Comune, screditare o infamare i « negri » e insieme non rovinare i commerci e le industrie, dove quelli erano ancora forti. Bisognava infine rintuzzare l’albagia e l’attacco degli Slavi. Il movimento di questi cresceva con sensibile velocità. Nel 1889 un gruppo di deputati sloveni della Carniola venne a Trieste per fare un’affermazione annessionistica. « Fu — disse poi uno di lono — come se fossimo stati in terra nemica ». Ma la lezione avuta (erano stati ricevuti a colpi di petardi e di bastone) non servì; anzi inasprì gli animi dei Carniòlici, che si esaltarono con una propaganda megalòmane. I loro organi, nel 1890, sostenevano che Trieste giaceva su terra slovena. In quel tempo si formò per la prima volta un partito slavo nella città: gli elementi, che lo componevano, erano quasi tutti forestieri e traevano le forze dalla Luogotenenza imperiale e dall’episcopio, dove al Dobrilla seguirono altri due vescovi quali agitatori slavi, prima il Glavina e poi lo Sterk. Gli Slavi si presentavano a Trieste come pretendenti alla conquista e come difensori dell’idea austro-asburgica. Nel 1890 il Nabergoj chiedeva al governo l’istituzione di scuole slave a Trieste, per combattere i principii antiaustriaci delle scuole del Comune. Nello stesso anno un altro Sloveno autorevole, il Sanzin, proclamava pubblicamente gli Slavi fieri di appartenere all’Austria e di essere devoti alla Casa di d’Asburgo. I vescovi radunavano intorno a sè dei preti slavi, che li superavano in fanatismo nazionale e che commettevano ogni sorta di soprusi, provocando le proteste del Comune, che nel 1895 pubblicava un grosso memoriale a quel proposito. Nel 1891, il vescovo aveva osato persino introdurre prediche slave a San Giusto, ma aveva dovuto ritirarsi. Le affermazioni politiche degli Slavi andarono a tali eccessi, che proprio l’organo, che il governo e gli austriacanti avevano pubblicato con l’intento che fosse italo-austriaco (il Mattino), nel 1895 doveva confrontare gli Slavi con l’animale dantesco, che dopo il pasto aveva più fame di prima. Intanto l’intensa attività slava, sorretta dal governo e dal clero, rendeva più difficile — non ancora impossibile — l’assorbimento italiano degli elementi slavi, che il mercato del lavoro inurbava o la politica del governo faceva immigrare.