448 LA REAZIONE DEL GOVERNO - CONVEGNO DI PATRIOTTI a stento dalla polizia, con grande scandalo del luogotenente Moering, che invocava dal podestà Massimiliano d’Angeli la pacificazione degli animi. Invece, il i. agosto, avendo gli organi pubblici permesso e protetto con grosso nerbo armato una dimostrazione clericale, fatta specialmente da elementi sloveni capitanati da un ex-tenente maresciallo, vi fu una violenta reazione degli elementi liberali, che provocò disordini, conflitti, una vibrata e sanguinosa reazione della polizia, con alcuni ferimenti e con molti arresti. Un violento proclama fu allora diffuso da Mosettig, Vincenzo Puschi e Simone Eliseo. Poco dopo, per reato di alto tradimento, fu gettato in carcere Francesco Oddo, di cui la polizia aveva notato i colloqui con Hortis e che l’anno seguente subì una grave condanna. Per i fatti del luglio furono puniti col carcere anche Grusovin e Solderer, insieme a Giovanni Mattioni e a Guglielmo Pesco. Nel novembre il governo ebbe un pericoloso allarme. Tra le masse operaie del cantiere Tonello, dove erano in costruzione alcune navi da guerra, si manifestava un fermento rivoluzionario e si udivano minaccie di dar fuoco allo stabilimento. L’Hofmann affermava che sotto tale movimento stava senza dubbio una base politica e che esso proveniva dal « partito d’azione » e dalla Società operaia. Vennero in città parecchi, che le i. r. autorità avrebbero preferito non dover sopportare. Due volte, in gennaio e in maggio, si fermò per alcuni giorni Ricciotti Garibaldi: la seconda volta discese nella casa dei « famigerati » avvocati Hortis e Picciola. Egli frequentò l’Hortis, Leonida Rossi, i due Oddo, Bidischini, Marco Revere, Carlo Zanetti due garibaldini dimoranti allora a Trieste, il Bellocci e il Franzoia, nonché un agente di collegamento tra Magiari e mazziniani, certo Bo-gàthy, che infastidiva le i. r. autorità della città e quelle di Vienna. Durante lo stesso anno si ritrovarono a parlare di patria e di cospirazioni Orlandini, Eugenio Solferini (« si dice per eccitare la gioventù triestina a disordini di carattere politico » informava la polizia) e Francesco Dall’Ongaro. Moering era disperato e invelenito. Lo avevano mandato con una missione particolare e doveva confessare di non esser riuscito a effettuarla. Il 5 agosto 1869, nell’anniversario del suo arrivo a Trieste, egli regalò un lungo ed inutile rapporto al governo di Vienna, in cui cercò