3°6 Sofferenza dell’ammiraglio cinquecento persone al suono degli inni. Chi lo accompagnava si ritrasse, sicché egli si trovò isolato in un cerchio di folla acclamante, costretto a inchinarsi a destra e a sinistra: si sentiva commosso ma un po’ ridicolo. Alle pareti del locale tre grandi specchiere erano state decorate con ornamenti di gusto floreale che contornavano tre date: 24. aprile 1900, 30 dicembre 1908, 5 ottobre 1911, i momenti culminanti della sua vita coraggiosa di « precursore degli eroi rinati ». La sera del 21 novembre, dopo gli ultimi saluti, la “San Giorgio” salpò per Napoli. Cagni, toccato da tante manifestazioni di riconoscenza, si ritirò per scriverne il racconto alla famiglia. Si sentiva soddisfatto di sé e del mondo. Quando risali sul ponte di comando era già notte: nell’aria tepida malgrado la stagione inoltrata, scintillavano, a sinistra, i lumi di Messina, a destra quelli di Villa San Giovanni e delle altre borgate costiere; Reggio era già lontana.