422 Console del mare no per servizio d’ordine pubblico. Fece eseguire, poi andò a Roma per orientarsi nella caotica situazione. Gli accadde di viaggiare sopra un treno condotto da squadristi fino alla capitale; quivi giunto, vide subito chiaro: « Roma senza vetture e senza automobili per ordine del prefetto; mi sembra che sia stato lui a fare lo sciopero! Tram e autobus, condotti tutti da fascisti, rendono possibile la circolazione. Tutte le botteghe aperte e tutte le case imbandierate col tricolore. Quiete dappertutto ». « Il partito socialista si è cosi suicidato e mezzo suicidato anche il partito popolare per la stupidissima crisi provocata e per l’inconsulto sciopero completamente fallito ». Constatava nei fascisti la personificazione di quella gioventù volitiva e ardente il cui avvento aveva preconizzato nella lettera a Sella durante ¡la guerra. Si appassionò al-l’incalzare degli avvenimenti, ed ammoni il governo in Senato perché correggesse il suo indirizzo politico e finanziario. Nella seduta del 16 agosto disse che il Ministero doveva rivedere il suo atteggiamento di prevenzione « contro un giovane partito, il quale può avere errato in alcune modalità d’azione, ma in sostanza ha sempre nel suo pensiero la difesa e il bene della patria, mentre queste paurose prevenzioni non furono mai cosi vive e palesi quando altro partito ugualmente e forse assai più errava nelle sue modalità d’azione ed aveva in sostanza lo scopo di negare e di distruggere la patria e la nazione ». Era tempo di finirla col sistema della bilancia liberale che valutava alla stessa stregua patrioti e sovversivi! «Onorevole Facta, il tempo e il male ci stringono alla gola: non esiti. Si serva pure di decreti reali per fare economie; nessuno glieli rimprovererà, tutti li approveranno, ma spinga e guidi tutti i suoi collaboratori a quella sincerità e giustizia amministrativa e politica che è stata dimenticata da oltre vent’anni ». Esortazioni antiparlamentari, antidemagogiche sprecate perché rivolte proprio ai responsabili del sistema deplorato. Discorso fascista fra i primissimi pronunciati in Senato, tanto che il Fascio di Asti telegrafò spontaneamente all’ammiraglio concittadino: « Assemblea Fascio astigiano ringrazia Eccellenza Vostra autorevole asserzione in Senato ideale fascista ».