IL CONFLITTO POLITICO COL RETROTERRA 51 contro i mercanti triestini. L’antagonismo delle idee politiche e delle stirpi rendeva più facile e più acuto quel conflitto economico. La Carniola, che durante la guerra aveva sopportato gravissimi tributi di sangue e di denaro, voleva uscirne almeno con un ingrandimento del suo territorio. Appena gli avvenimenti le diedero occasione, riprese contro Trieste la politica annessionistica che aveva praticato dopo il 1469. Nel 15x5, in un memoriale diretto, con le « particolari lagnanze » della provincia, all’imperatore Massimiliano, i Carniòlici (Cargnolini e Cranzi li dicevano a Trieste) pretesero fosse senz’altro attuata l’annessione di Trieste, dellTstria e della Carsia. In quegli anni s'ebbe, come dicevamo, un senso di comunanza d’interessi tra le parti giuliane soggette all’impero, da Gorizia a Fiume, con la tendenza a creare una provincia. Già nel 1513 avevano dato in comune le istruzioni a un oratore inviato al Luogotenente imperiale in Italia per il caso della pace. Lo stesso Imperatore aveva trattato, diremmo, unitariamente quelle regioni e aveva chiesto (marzo 1515) che mandassero un deputato comune a Innsbruck per sentire le disposizioni imperiali circa lo Stato. Trieste non era compresa: ma a Trieste si radunarono, in una specie di dieta, gli « stati » (prelati, nobili e comunità) della Carsia e dellTstria austriaca e inviarono il deputato allo Imperatore. È probabile che, anche sotto l’influsso della città dove si erano concentrati, già allora quegli enti deliberassero prendere quella posizione contraria alla esigenze della Carniola, che poi sempre mantennero: ne fu difensore, nelle consultazioni imperiali, il vescovo Bonomo, alla cui diocesi gli « stati » carsico-istriani appartenevano. Fu un’affermazione d’italianità politico-geografica, il cui eminente valore non può sfuggire ad alcuno. L’Imperatore, fondato sulle affermazioni della dieta giuliana, respinse le domande dei Carniòlici. Nel 1517 le istruzioni date a Marco Paduino, oratore a Massimiliano, contenevano delle richieste contrarie alla Carniola: si domandavano allTmperatore provvedimenti contro i Lubianesi, che « ogni giorno suscitavano qualche insopportabile incidente contro i mercanti triestini »; si domandava altresì che i mercanti carniòlici fossero obbligati a transitare per Trieste. Gli enormi sacrifici imposti alla città dai seguaci dellTmpero non avevano meritato la preferenza al suo porto