FAME, MISERIA E IMPOTENZA 29 avevano detto a loro: « Fratelli, oramai dovreste pur essere sazi di molestarci; noi siamo disfatti e non vi diamo più impaccio: perché non fate il simile voi? ». V’erano in città elementi che sabotavano la resistenza, guastando le campagne. Si mangiava un pane nero e cattivo, che si mostrava a Capodistria come una curiosità. Scrivevano i giudici e il Consiglio al Brunswick (27 giugno) che già molte e molte volte avevano implorato i commissarii imperiali di Gorizia acché mandassero soldati, ma non avevano ricevuto sino allora che lettere e parole. La città aveva, in quel momento, somma necessità di frumento, soffriva di fame e tutte le strade erano bloccate. Lo spirito pubblico e la miseria erano tali « che otto o dieci contadini armati e quattordici o venti stradiotti dei Veneziani tenevano assediata la città », né alcuno usciva a combatterli e ad aprire le vie. Consumati i danari, diceva un altro documento, non si poteva comperare più farina e la città viveva alla giornata come l’uccello in bosco (ut avis in nemore). Il giugno era stato molto agitato. Il vice capitano, per pagare le guarnigioni, aveva richiesto una forte somma di danaro agli ebrei. Questi s’erano rifiutati e le loro case erano state violate e depredate. S’era tentata anche un’impresa di mare, approfittando d’una rilassata custodia veneziana. C’erano, a Trieste, due brigantini, due palischermi e una rufianella: si armarono e si buttarono contro le navi di Muggia, ma dovettero ritornare con le pive nelle stive. Unico risultato fu un maggiore inasprimento degli Istriani e l’impossibilità di navigare per commercio. La qual cosa fu poi tanto grave, che i brigantini, su domanda del Consiglio, si tennero legati e disarmati nel porto quanto più fu possibile. La fame cresceva e soccorsi non se ne vedevano. Ormai tutti erano esasperati nella città, anche i più fedeli tra gli imperiali. Le accuse e le ingiurie correvano da ogni banda e aggredivano tutti i colpevoli di tanta miseria. Le finanze erano all’asciutto. Il tesoro del fóndaco — 450 ducati d’oro — sempre stato gelosamente curato come una riserva, era sfumato. Altri 300 ducati d’oro erano passati nelle tasche dei soldati. Pertanto, nel luglio, si estorcevano denari agli ebrei e si obbligavano i mercanti a prestarne altri. Le sedute del Consiglio erano spesso un trambusto e anche qui non si risparmiavano biasimi e parole che sapevano di tradimento. Il 28 luglio, trattandosi nel Consiglio maggiore