IV IDEALE DI GOVERNO metà luglio arrivò a Golfo Aranci per assistere alle esercitazioni della flotta circondato da un gruppo imponente di ammiragli e comandanti ai suoi ordini: Sirianni, Millo, Nicastro, De Grossi, Foschini, Sambuy, Di Loreto, Lodolo, Poma ecc. Poco dopo, essendo caduto il Ministero Facta, Cagni fu chiamato a Roma nel periodo delle consultazioni per il nuovo governo, come probabile ministro della marina: ma era risoluto a non accettare l’offerta che gli fece Orlando, perché « ora in verità non mi sento più alcuna ambizione, e non desidero nulla all’infuori della vostra felicità — scrisse ai suoi — e la sola soddisfazione per me probabile è quella di compiere e di aver compiuto il mio dovere. Questo e voi ». Durante il viaggio di ritorno alle sue navi confidò al comandante Cattellani di non volerne sapere del Ministero in una situazione politica tanto oscura. Ma appunto questo atteggiamento di astensione gli fu da taluno rimproverato perché — si disse — un uomo forte e risoluto come lui avrebbe dovuto preferire di assumersi responsabilità in momenti difficili anziché limitarsi a ima critica assidua e talvolta feroce. Ma oltre al motivo dell’incipiente declino fisico, lo trattenne la sfiducia nel sistema politico di cui scorgeva la irrimediabile decadenza. Infatti la crisi generale interna si aggravava. Ecco, alla fine di luglio, il cosidetto sciopero legalitario, ultimo tentativo delle sinistre per opporsi all’avvento del Fascismo. Tentativo subito stroncato da Mussolini con le sue legioni che si sostituirono al governo imbelle nella repressione della manovra sovversiva e nel funzionamento dei pubblici servizi, dimostrando la maturità del Fascismo per la conquista del potere. L’ammiraglio ricevette ordine di dislocare le navi dell’armata a Messina, Napoli, Civitavecchia e Livor-