FATTORI ECONOMICI E POLITICI DELLO SVILUPPO 465 cui poter alzare la voce nelle quistioni mediterranee sempre più intense, c come capitale punto di partenza per l’espansione politico-economica verso la Grecia, la Turchia e l’Asia minore. Pur dal mare si poteva compiere un’altra premessa di quella politica: la presa di posizione nell’Albania. Il porto di Trieste perciò diventava non già l’organo della sicurezza economica dellTmpero, ma la porta, da cui usciva con tutta forza la politica imperialistica della Monarchia per avviarsi alle sue nuove agognate mète. Non si devono trascurare i fattori puramente economici, che svilupparono i commerci di transito a Trieste, dovuti al rapido e intenso sviluppo di grandi industrie in territori dipendenti dal porto adriatico. Questo fatto arrecò un aumento nell’importazione delle materie prime e nell’esportazione di prodotti manufatti, notevole nella prima, molto meno nella seconda. Nella stessa città di Trieste, favorite da un’ottima legge del 1900 (completante una del 1895) con larghe esenzioni fiscali, molte industrie raggiunsero un elevato grado di sviluppo, talché la città si poteva dire negli ultimi tempi altrettanto industriale e commerciale. Questo fatto ebbe un’importanza essenziale nella vita del porto. Un notevole movimento di navi, ad esempio, era richiesto dagli alti forni di Servola: grandi carichi venivano per le pilature di riso o per gli oleifici. Altro fattore sfruttato dalla città a-suo beneficio fu l’intensa emigrazione, che usciva dai paesi della Monarchia asburgica e che, in parte, si potè e si seppe far passare via Trieste. S’aggiunga il potente sviluppo preso da alcuni traffici particolari, ad es., dal commercio del caffè. La città era diventata un centro importante per il commercio del carbone inglese. S’aggiunga altresi il fatto che, moltiplicando le loro esperienze, perfezionando il credito e costituendosi una vastissima rete di relazioni private, i negozianti di Trieste, con un regime di salda onestà commerciale, avevano via via accresciuto -in modo notevolissimo i clienti orientali e medieuropei della piazza. Circa il 33 per cento del movimento del porto era formato dal lavoro col Levante, col Mediterraneo e con l’Estremo Oriente: il resto era di relazioni adriatiche (circa 24 per cento), europee (il 22,3 per cento con l’Inghilterra), americane e africane. Pochissime con l’Australia. Tuttavia oltre e presso a quelle normali ragioni di progresso, si fece sentire l’intervento di essenziali fattori politici. I quali non mirarono Storia di Trieste, voi. II. 30