IL DOMINIO DELLA LINGUA ITALIANA 20 7 rimase padrona della sua terra e del suo mare, divenne la lingua di tutti i mercanti, la lingua di Borsa. I Tedeschi e gli Slavi alterarono temporaneamente qualche toponimo e alcuni nomi di contrade, come si vede ancora nella guida del Cratey; i Tedeschi pubblicarono persino un giornale tedesco e un Triester Kaufmanns Almanach nel 1782. Ma in breve le alterazioni sparirono e sparì il giornale. La città vecchia soggiogò spiritualmente appieno l’elemento straniero che avrebbe potuto dominarla e la città nuova rimase italiana: la lingua italiana, fig. 32: patrizio di casa Burlo (costume del xviii secolo - museo di storia patria) invece di sparire, comecché parlata da così esigua popolazione, si fece, come dicevamo, « cosmopolitica », acquistò dunque quasi un carattere d’universalità. Il millenario retaggio, non pure era salvato, ma era trasmesso alle generazioni future aggrandito e rafforzato. Ciò non avvenne per solo effetto di forze istintive, quasi di naturali emanazioni della terra italiana. Fu anche merito dei cittadini stessi, dei patrizi in ispecié. I quali, benché tante volte sbalzati dal Consiglio, tuttavia tennero più spesso nelle loro mani il governo della città, sottraendola alle mutazioni, che vi avrebbero prodotte gli altri. Inoltre