LA TRANQUILLITÀ POLITICA E LA NAZIONALITÀ 2gg que la Providence à destine a ma Patrie ». Condizioni altrettanto costituzionali erano a 1 rieste e nella Giulia, dove gli elementi stranieri complicavano il malessere generale coi loro influssi. I‘ino al 1847 l’Austria, se non avesse sentito i fremiti di alcuni elementi della borghesia, il palpito forte, l’ardente anelito e la volontà di una minoranza decisa, avrebbe potuto credere di aver conquistato il Lombardo-Veneto. Fuori della Lombardia, nelle altre regioni non erano fig. 52: la « contrada del Corso » (dall’albo Iella coll. Scaramangà) organizzate in partito nemmeno le minoranze. Il Friuli era calmo, di qua non meno che di là dall’Isonzo. Ma, se le masse a Trieste, a Venezia, a Milano giacevano « in supina devozione », l’idea della Patria e della indipendenza nazionale, a cui tanti eroi gloriosamente s’erano sacrificati, era in marcia. Nessuno avrebbe potuto più arrestarla. Allora camminava ancora tra infinite difficoltà, per le vie più coperte. E illuminava solo i cuori della minore e migliore parte dei cittadini. Sulle masse ancora non splendeva, sebbene a Trieste fosse costante e generale, contro al governo, l’affermazione della nazionalità italiana. Quivi