294 LE CONCORRENZE ECONOMICHE Ricorderemo ancora che, nel 1845, avendo il Lloyd bisogno urgente d’un prestito, il governo volle che la città garantisse gli interessi delle azioni. La cosa acquistò un carattere politico. Il Tommasini non si adoperò nel senso voluto dallo Stadion: paladino della volontà del governo si fece il Kandler e, non ostante l’opposizione dei liberali, la fece concretare in un voto favorevole. Invano si cercherebbe allora un atto premeditato a danno del commercio veneziano. Vero è, invece, che altre città e governi d’Italia cercavano di avvantaggiarsi a danno di Trieste. Carlo Alberto nel 1841 accordò a una compagnia inglese il diritto di costruire una ferrovia Genova-Lago Maggiore, «con lo scopo visibile — disse 1’Ulloa — di far deviare da Trieste la valigia delle Indie ». Venezia, che nel 1840 aveva chiesto la linea diretta con Milano, sperando di sostituire Genova nel provvedere la Lombardia, nel 1847 fece istanza al governo austriaco (lodandone la dolcezza e la benevolenza) affinché la valigia delle Indie fosse fatta passare per Venezia. Manin ebbe cura di dire che si domandava per Venezia quanto era stato fatto « per la sorella Trieste »: ciò non toglie che la domanda, se esaudita, le avrebbe portato un grave danno. Manin, che pure nella quistione ferroviaria aveva eccitato a agire in modo, che si provasse all’Europa essere inutili i conati dell’Austria per attizzare discordie tra Milano e Venezia, non fece mai nulla per avvicinare Trieste alla sua città. Tale opera avrebbe potuto giovare grandissimamente alla causa nazionale. Il Manin invece, benché quella volta lodasse l’operosità triestina paragonandola all’inerzia veneziana, non aveva simpatie per Trieste. In un suo colloquio col Dall’Ongaro (1847) traspare una vera animosità contro questa città, contro « l’emula di Venezia », considerata con solo e troppo municipalismo. Il non aver fatto nulla per avvicinare fraternamente le due città fu poi di grave danno alla stessa libertà di Venezia. I favori che Trieste avrebbe avuti dall’Austria si riprovano nella politica nazionale. Non si voleva mutarla. Anzi, più la coscienza della nazionalità si apriva e più gravi erano le misure che contro di essa prendeva il governo viennese. Nel 1842, nonostante le vivissime e alte proteste dei Triestini, a cui fu capo per l’ultima volta Domenico Rossetti, morto in quell’anno stesso, il governo istituì a Trieste il ginnasio tedesco.