56 L’AFFERMAZIONE DELLA NAZIONALITÀ Il conflitto durò ancora. La Carniola riuscì ad incorporarsi la Carsia sino ai limiti del territorio triestino: ma da questo la tenne sempre lontana l’intransigenza del Consiglio maggiore, che seppe d’essere e volle rimanere italiano. Nel 1528 questo Consiglio chiese invano allo Imperatore che la città fosse staccata dalla cancelleria di Vienna e fosse invece sottoposta alla cancelleria di Innsbruck, dalla quale dipendevano gli affari d’Italia. « Nulla hanno di comune i Triestini coi Carniòlici », dichiararono i rettori nel 1537, rispondendo ad un altro attacco: « la nostra lingua, gli ordinamenti, i costumi nostri sono grandemente diversi dai loro: noi non li comprendiamo ed essi non ci comprendono quando noi ci rivolgiamo a loro nella lingua nostra; in Trieste di cento appena uno saprebbe parlare in lingua slava e in tutta la città si troverebbero a mala pena tre che sappiano il tedesco ». L’ultimo episodio significativo avvenne nel 1541. Gli stati provinciali carniòlici, essendosi convocata una dieta a Lubiana, vollero vi partecipassero Trieste e Fiume: Dio sa per quale ragione, s’illusero che le due città si sarebbero una buona volta sottomesse e prepararono persino i posti e le poltrone per i loro rappresentanti. Ma questi, si intende, non si fecero vedere: le poltrone rimasero vuote, con molto scorno dell’assemblea. Allora finalmente gli stati carniòlici, offesi a quanto pare, considerando « le contrarietà, le ostinazioni e le disobbedienze ricevute dalle città di Trieste e di Fiume », e i molti « incommodi e scandali da esse suscitati, deliberarono di mai più invitarle alla dieta e di considerarle straniere alla Carniola ». La risoluzione ebbe un tono falso, dando a credere che gli stati carniòlici privassero Trieste di chissà quale ambitissimo onore: ma la città stimò che tanta sdegnosità fosse cosa da recarsene in baia e fu ben contenta d’essere uscita vincente, dal lungo, seccante e dispendioso conflitto. Rimasero, inasprite da quella deliberazione, le controversie di carattere economico.