LA « GINNASTICA » - L’h OPERAIA » -- II- « PROGRESSO »> uomini dirigenti e squadre per un movimento popolare ». Alta e piccola borghesia, mescolata a molti elementi popolari, celebrarono attorno al rosso vessillo, nella sala del teatro Mauroner, la sagra santa della loro fede (cf. fìg. 73). Nel dicembre un’altra vittima diede il suo nome alla rivendicazione antiaustriaca dei patriotti: l’operaio Nicolò Zecchia, ottimo italiano, ucciso da una guardia di pubblica sicurezza. Manifesti affissi di nascosto onorarono il morto e insultarono con ingiurie lo Stato e la polizia. I liberali, che, subito dopo il 1861, con molte istituzioni sociali di carattere democratico, facendo avanzare la città fra le altre italiane, e con molte associazioni avevano organizzato vaste masse intorno a nuclei particolari (oltie all’Associazione ginnastica, la potente Società operaia, la Società per gli edilìzi popolari, la Società per le letture popolari, la Banca popolare), continuarono alacremente nella loro opera. Il cui intento fu sempre quello di tenere acceso il sentimento nazionale e di rendere insuperabile l’incompatibilità esistente tra il governo e la città. Bisognava che questa mai perdesse di vista il fatto, che il governo era straniero, nemico dell’italianità e fautore degli stranieri. Anima della Società operaia erano i garibaldini Edgardo Rascovich, Giuseppe Caprin, Titta Bullo e altri patriotti. Anche la Ginnastica ebbe parecchi garibaldini nel Consiglio direttivo, volle un garibaldino come portabandiera e adottò per la banda musicale e per gli allievi uniformi arieggianti quelle garibaldine. Il che acquista un maggior valore, se si ricordi che la Società ebbe subito circa 2000 soci. Si costituì anche una Società politica nazionale detta del Progresso, che inaugurò la sua attività, riconquistando al partito — liberale nazionale di nome e « irredentista » di fatto — il municipio. Per le agitazioni particolarmente irredentistiche s’erano costituiti parecchi comitati segreti, tra i quali uno portava il nome: Azione pel riscatto. II 1869, allietato nel febbraio dalle vittoriose elezioni, trascorse senza gravi fatti: il colore degli anni precedenti gli fu mantenuto da continui episodi patriottici. Il 9 febbraio, durante il corso del carnevale, un carro mascherato infastidì solennemente la polizia, tanto più che essa non riuscì a intenderne l’allegoria. Capì, sì, che qualche cosa di grave ci doveva essere, perché quelli del carro erano quasi tutti garibaldini e si vedevano nelle baùte Rascovich, Caprin, Eliseo, Barison