LA « PATRIA » - LA QUISTIONE UNIVERSITARIA 531 suoi vigili commissari: ma, se i presenti non potevano dire il loro pensiero apertis verbis, si sentiva nella loro azione, come disse Gabriele D’Annunzio nel 1902, « ardere la muta fedeltà ». L’esperienza del 1901 aveva fatto capire ai liberali e ai democratici l’errore commesso con la loro scissione. Lo ripararono rapidamente, iniziando subito dopo le elezioni le pratiche per la costituzione d’una nuova società politica comune, che fu l’Associazione Patria, presieduta da Giorgio B. Benussi. Animati da Camillo Ara, i giovani si raccolsero di nuovo in fascio, costituendo appunto le associazioni suindicate. Partiti e cittadini s’erano trovati concordi nel gennaio dello stesso anno nelle imponenti manifestazioni di lutto fatte per la morte di Giuseppe Verdi. Si trovarono concordi alla fine per la grande azione allora iniziata allo scopo di sommuovere la quistione universitaria e di chiedere l’istituzione d’una scuola superiore a Trieste. Era una quistione ormai annosa. Ne abbiamo ricordati i primi episodi del 1848. Diciotto anni più tardi, in casa Hermet, Ferdinando Pitteri aveva lanciato l’idea di chiedere al governo l’istituzione d’una facoltà legale a Trieste. Nel novembre dello stesso anno 1866 il Consiglio, in sede di Dieta, aveva fatta sua quella idea, mentre i liberali ne facevano un importante capitolo del loro programma. Da allora la quistione non fu più lasciata dormire. Nel gennaio del 1867 e nell’agosto del 1869, essendo d’accordo anche i governativi, il Consiglio rinnovò la domanda a Vienna. Nel novembre del 1870 la Società del Progresso protestò contro l’apertura di corsi italiani all’università di Innsbruck e chiese l’erezione o d’un’università italiana o d’una facoltà legale. L’anno seguente ripetute proposte della giunta provinciale domandarono al governo l’apertura della facoltà a Trieste. Nel marzo del 1872 riuscì ai deputati Pascottini e Morpurgo di ottenere un voto del Consiglio dellTmpero, favorevole all’istituzione d’una facoltà giuridica « nel Litorale ». Nel 1873 il Consiglio-dieta protestava contro la mancata azione del governo e tre anni appresso, nel marzo, la giunta constatava, che la settima sollecitatoria diretta al governo era stata non meno inutile delle altre. Nuovi memoriali della Dieta nel marzo 1877, nel settembre 1878, nel giugno del 1880 e nel settembre del 1881. Nel febbraio del 1882 il governo si decideva finalmente a rispondere con un bel no. Ma il Comune ritornava alla carica e nel 1883 e nel 1884.