LA LOTTA PER GLI APPROVVIGIONAMENTI 69 revano anche la Carsia e le regioni transalpine, comperando il grano a grandi partite. Ciò era impossibile a Trieste, che non aveva né capitali proprii, né credito, né mercanti grossi. Peggio, accadeva che proprio elementi triestini, per desiderio di lucro, facessero da mediatori ai Veneziani. La concorrenza creava aspri conflitti sui Carsi: cittadini mandati dalla comunità a cercar grano erano spesso bastonati, feriti e anche uccisi. Le autorità di quei luoghi, complici e « partecipi di nefandissimi guadagni », lasciavano correre. Però le autorità del Cragno accusavano el datiario et guardiani in Clanez di far violenza, non solo ai mercanti di vettovaglie, sì anche a mercanti di legnami lavorati che erano sforzati passar per Trieste in grave loro danno e mina. I Triestini dunque sforzavano le strade non solo per approvvigionarsi, ma anche per crearsi un transito a qualunque costo. Persisteva, come dicevamo più su, acre soprattutto la concorrenza e l’inimicizia dei Duinati. Il castellano Mattia Hoffer era accusato dai Triestini di congiurare alla loro rovina: egli era nelle grazie della Carniola e buon amico dei Veneziani. Si può dire che dal 1552 al 1563 sia durato uno stato di guerra permanente fra Duino e Trieste. Nel 1555 armati triestini attaccarono nuovamente a bandiere spiegate i magazzini di San Giovanni al Timavo, li saccheggiarono e li distrussero. Nel 1557 devastarono le vigne dei Duinesi. L’anno appresso l’Hoffer arrestò Luca Burlo e l’arresto fu incentivo di ripetute e reciproche violenze. Dal 1555 aveva incominciato a infierire nella città una tremenda carestia, che durò oltre otto anni. La popolazione, che non poteva trarre grani dall’Adriatico, perché pochi ivi passavano e in transito monopolizzato per i bisogni di Venezia e del suo Stato, non si poteva nutrire, come dice un memoriale, se non « con l’ordinario corso dei frumenti dalle regioni della Stiria, della Carniola e della Carsia ». Ma questo corso era arrestato alle spalle della città, nel mercato di Senosezza. Le autorità cittadine inviarono uomini armati sulle strade dei Carsi, che fecero prigionieri alcuni mercanti e li costrinsero a vendere il grano a Trieste. Nacquero risse e disordini coi villani di San Servolo e di Nigrignano. Si ricorse alla Corte e i Triestini chiesero e ottennero che, per il gennaio del I557> H mercato di Senosezza fosse soppresso. Ma fecero i conti senza gli osti: che erano, anche questa volta, i Carniòlici e quelli della Carsia,