180 FRA SOVRANO E SUDDITI dello Czar, e dopo , la visita di Belgrado, non ri- cordo bene se a Cettigne o altrove, raccontò al popolo, famigliarmente, le impressioni di Pietro- burgo e di Belgrado. Parlò loro con entusiasmo del giovane Czar, bello e bravo come suo padre, dell’affetto che dal padre ha ereditato per i figli della Montagna Nera, e benevolmente rispose a tutte le domande di chi voleva sapere come era grande Pietroburgo, com’ era fatto il Kremlino, com’era bella la Czarina e che effetto facevano i reggimenti della Guardia Imperiale. In quanto al re di Serbia disse, che riportava la più favorevole impressione per la fermezza, per la serietà del giovane Sovrano. — Che tu sia benedetto, interruppe uno dei presenti, perchè con questa visita hai esaudito uno dei nostri più fervidi voti. E il grido di zivio pro- ruppe da tutti i petti. I montenegrini, quando parlano al sovrano, dànno del tu. Il tu ha per essi un carattere solenne. II Principe dà ugualmente del tu, ma con intonazione di famigliarità a tutti, alla gente del popolo come ai suoi aiutanti e ai suoi ministri. Guai quando deroga a quest’uso! Se risponde al saluto dando del lei, è segno che c’è burrasca per aria, e l’interlocutore ne riceve in quel modo il preavviso. Fortunatamente per quelli che lo cir- condano, ciò accade assai di rado, poiché tutti lo