CONSEGUENZE DELLA GUERRA 407 discussione. Alla lor volta, in risposta a questo, alcuni patriotti lordarono l’insegna tedesca del ginnasio. Nel dicembre del 1859 un comitato segreto, in cui c’era l’Hortis, d’accordo con gli emigrati, più specialmente col Ressmann e con l’Abro, pubblicò un memoriale, preparato per il congresso che si doveva radunare l’anno veniente a Parigi. Questo memoriale conteneva una fiera protesta contro le usurpazioni commesse dall’Austria a danno di Trieste, calpestata contro ogni diritto, e contro la politica che essa svolgeva con scuole tedesche e preti slavi ed impiegati d’ogni stirpe per imbastardirla o farle dimenticare la nazionalità italiana. Dopo aver riconosciuto, di fronte agli eventi, che l’intera e perfetta indi-pendenza e l’unione alla gran patria potevano maturare soltanto a passo a passo, il memoriale chiedeva intanto, che il Congresso della pace dichiarasse Trieste città libera, con propria rappresentanza elettiva, con propria autorità giudiziaria, con proprio sistema monetario e l’annettesse, sia pur controllata da un governatore austriaco politico-militare, alla progettata Confederazione italiana. Alla fine dell’anno il Martínez, per quanto facesse l’ottimista, affermava la necessità di non chiudere gli occhi sull’importanza degli elementi favorevoli alla causa italiana e, ricordando una dimostrazione significativa fatta al Teatro Grande dopo il coro Guerra, guerra della Norma, dichiarava essere provato che i nemici del governo austriaco avevano guadagnato terreno. La sconfitta militare e il pessimo andamento degli affari ridussero ancora i gruppi misti favoritori dell’Austria e ampliarono più la sfera d’azione dei patriotti italiani. Gettarono pessimi riflessi sugli austriacanti gli scandali delle forniture militari, per le quali alcuni commercianti, dei più conosciuti zelatori dell’Austria, tra cui il Revoltella, finirono in carcere assieme ad altri negozianti, buoni patriotti. Anche il Bruck fu compromesso: accusato di frodi, si uccise. Facilmente si capisce in quale discredito cadesse l’elemento mercantesco governativo e quanta impressione facesse il vedere implicato negli scandali quell’uomo, che nel 1848 aveva capeggiato il movimento antinazionale. Unica persona che allora potesse ancora guadagnare larghe simpatie all’Austria, era l’arciduca Massimiliano, il quale nel 1857 era ritornato a Trieste, nel castello di Miramar, allora costruito per lui. Il suo