3io LA BORGHESIA E IL POPOLO canzonetta del carnovale ». L’arciduca Lodovico, per l’imperatore, si rivolse di nuovo a Sedlnitzky, che, a sua volta, interrogò il governatore. Lo Stadion rispose smentendo l’anonimo. Assicurò anzi che tutti gli avvocati avevano fama di essere buoni sudditi e che il Gazzoletti era conosciuto come... « individuo onorevole e devoto all’Austria ». A Trieste, allo stesso modo che a Milano e nel resto d’Italia, la polizia, meticolosa e sofistica, viveva ignara, come disse il Cantù, delle cose più importanti e più vere. Con questi fatti, con questi uomini, con queste passioni, con queste speranze, con questi sentimenti la città e la provincia giunsero al periodo delle riforme, che precedette le rivoluzioni. Le notizie venienti da Roma e dal Piemonte suscitarono ansie, sollevarono a forme più energiche lo spirito nazionale, diedero uomini e principii alle agitazioni liberali. 11 nome di Pio IX divenne presto popolare a Trieste. Le reazioni contro il dispotismo si fecero più vive. Alla classe borghese si avvicinarono elementi popolari nella lotta per le libertà costituzionali. Però il sistema dello Stadion toglieva le armi dalla mano. A Venezia e a Milano erano cause principali del fermento gli eccessi della polizia, le restrizioni tiranniche della censura, la gravezza delle imposte, il sistema della coscrizione militare. 11 principio nazionale da solo non avrebbe sollevato le masse: era l’idealità della borghesia e degli intellettuali; quei pesi morali e materiali strozzavano, invece, la vita pubblica con danno generale ed erano i più veri motivi del carattere popolare assunto dalle agitazioni. A Trieste lo Stadion mitigava le oppressioni poliziesche e censoriali. 1 cittadini erano esonerati da ogni obbligo militare. Il commercio, bene o male, non ostante la dura crisi persistente, in quegli anni impediva alla miseria di incrudelire. Difficile era quindi attrarre nel movimento le masse. Pur le stimolava la lotta per l’emancipazione dal regime assolutistico e per la nazionalità. Lotta per modo di dire. Nel resto d’Italia, e anche nella Giulia, si trattava di una silenziosa, ma poderosa pressione, che cercava aprire le mani [dei potenti per strappare riforme. L’esempio di Pio IX e di Carlo Alberto suscitava più energicamente la volontà di ottenere anche per le altre terre italiane quanto avevano avuto lo Stato romano e il Piemonte.