NAVIGAZIONE E MUNICIPALISMO 6l Venezia e del Cragno. Il conflitto suscitava reciproche, continue rappresaglie e il commercio, portato dentro un circolo vizioso, viveva stentatamente, non ostante le relazioni avviate con le Marche, con le Puglie e quelle mantenute con Venezia. Nel 1525 — anno del giubileo — vi fu un notevole passaggio di pellegrini (romieri) diretti a Roma. Nacquero delle speranze: alcuni comprarono delle barche per quel servizio passeggeri. Ma rimasero pochi e si fecero una concorrenza così rissosa, che i giudici rettori pubblicarono un « ruolo delle navi dei romei » (Rotulum navigiorum de romcriis), il quale, mentre lasciava libera la scelta delle navi per merci, imponeva un turno a quelle conducenti i pellegrini. Sette anni dopo, poiché metteva i romei (impediti di scegliere e di contrattare) alla mercè dei prezzi chiesti dai padroni di barca, impedendo la libera concorrenza fra di loro, e faceva così deviare i passeggeri verso altri porti, il Rotulum fu cassato. Le relazioni politiche erano di poca importanza, non essendo legate a alcun particolare avvenimento internazionale e non avendo più la città una posizione politica significativa. V’erano sempre Triestini fautori di Venezia e si perseguitavano, come quel Bernardino Divo da Trieste, « fedelissimo » di San Marco, a cui, nel 1532, la Repubblica dava una pensione, perché gli avevano confiscato tutto quanto aveva in patria. Di fronte agli esteri il Consiglio accentava la sua autonomia, la sua individualità statuale: scriveva ai Pontefici, al Regno delle due Sicilie. allTmperatore, ai membri delle varie conferenze che si succedevano per cercare la pace, quasi come da Stato a Stato. Era una piccola città, ma la sua tradizione romana e il suo reggimento autonomo le conferivano un certo onore. Caratteristica manifestazione della sovranità che si riconosceva fu, nella prima metà del Cinquecento, l’istituzione di rappresentanti detti consoli: il principale era ad Ancona, altri nelle Marche e nella Puglia. Portavano il sigillo con la scritta: consulatus T ergesti. Gli uomini che tenevano in mano il governo della comunità — il capitano e i giudici rettori formavano collegio che si diceva: i signori della banca — traevano spesso da questa indipendenza un esagerato orS°gli°» che trovava espressioni di fierezza incredibile in quel fragile