MINACCE AL PORTOFRANCO - L’AUSTRIA E AMBURGO convegno col Lesseps. Il Consiglio vi mandò anche Giuseppe Sforzi, con l’incarico di studiare tutte le possibilità dell’impresa (cfr. fig. 76). Grandissime speranze erano riposte in essa. Allora erano promesse e si aspettavano illusoriamente linee ferroviarie con l’Ungheria, col Banato,. coi principati danubiani e col Mar Nero. Nel 1863, dopo grandi insistenze, riuscì al Revoltella di ottenere la convocazione d’una commissione d’inchiesta, che pubblicò il rapporto citato. Vi fu allora in città una vivissima agitazione, perché due deputati tedeschi avevano presentato al Consiglio dellTmpero una proposta contro il porto franco e pareva che il governo desse a loro ascolto. Si accese una polemica e suscitò timor panico in cit'tà. La Camera di commercio mandò un lungo memoriale al Consiglio suddetto. Il governatore Kellers-perg intervenne presso lo Schmerling a favore del porto franco, dichiarando che il commercio triestino da dieci anni era in decadenza e che non si dovevano creare fatti utili alle « mene del partito rivoluzionario italiano ». Lo stesso direttore di polizia difese il porto franco per ragioni non molto diverse. Qualcuno potè credere che l’aver messo in chiaro le condizioni del porto e l’incuria del governo portasse a un miglioramento della situazione. Si promisero invero opere portuali e provvedimenti tecnici e tariffari. Ma alle parole i fatti non seguirono. Nel marzo del 1865 il direttore di polizia Ivrauss, conscio delle ripercussioni politiche dei fatti economici, scriveva al governo incitandolo a agire. Ricordava le suppliche presentate dal Revoltella e da altri per ottenere l’inizio dei lavori portuali e altri provvedimenti necessari. Fatto cenno ai molti fallimenti d’allora, dichiarava: « Trieste, mi permetto dì dichiararlo apertamente, va incontro alla sua totale decadenza a passi di gigante, se in qualche modo l'alto governo non provvede a sollevare il commercio ». Furono invece altre parole inefficaci. Dopo il 1866, scriveva il Mauroner, la città fu « vittima degli amori boemi del ministero Metternich-Kolowrat e della politica germanica dell'Austria che favoriva Amburgo ». Negli anni 1869-1873, che segnarono un’epoca di rapida ascensione nell’economia di tutta l’Europa e deH’America, Trieste fu appena mossa dal marasma, in cui era stata gettata e in cui solo la prodigiosa e instancabile attività dei suoi negozianti permetteva a tutti di vivere. Però non si formavano più allora quelle ricchezze, che da un lato avrebbero giovato al benessere morale e culturale della città, dal-