386 l’immutabile amore per l’italia determinati si muterebbe in Dieta ». Trieste e Venezia erano, dunque, trattate una volta ancora allo stesso modo dal governo austriaco: alla ribelle si offriva la stessa concessione, che si era offerta, osando dichiararla « premio di fedeltà », ai Triestini. Ma Trieste voleva ben più. Il deputato Gobbi, qualche mese prima, alla Dieta di Kremsier, aveva domandato l’indipendenza della città. • Neppure la vittoria austriaca potò mutare l’animo patriottico della Giulia. Nel gennaio 1849 furono inviate contribuzioni di danaro da Trieste a Venezia. Altre collette si fecero nel febbraio. Il 6 marzo, non ostante la vigilanza dell’Austria, partì un’altra somma per la città martire: « erano questue fatte dai liberali ». Anche gli elementi disposti alla conciliazione affermavano recisamente la loro italianità. Il Messaggero dell’ Adria (7 febbraio) scriveva: «Siamo Triestini, lo diciamo una volta per sempre, e quindi siamo Italiani e quindi amiamo l’Italia ». E lo stesso giornale, come sappiamo, propenso a riconoscere il dominio austriaco purché costituzionale, ammetteva che ciò avvenisse solo per effetto della forza. In un articolo l’Istria era imaginata dire queste parole: « La geografia mi unisce a quel paese che gli statistici, i quali sanno, chiamano Italia. La politica della forza — siccome io sono una povera penisoletta — potrebbe farmi ubbidire anche agli ordini di Abbas bassa ». La politica della forza la riduceva sotto l’Austria. Notevole, nello stesso giornale (6 febbraio), questa dichiarazione: « A Trieste quelli che protestano la propria nazionalità italiana non sono un partito: ma sono propriamente la vera Trieste, sono la giovane e antica e geografica Trieste; sono, dico, la di lei incarnazione, il di lei spirito, la di lei vitalità, mentre gli altri sono piante forestiere ». Durò il sentimento nazionale anche dopo che il marzo ebbe rimesso al potere l’assolutismo. Nel gennaio e nel febbraio la reazione aveva tentato di riprodurre certe scene dell’aprile dell’anno antecedente. Si ebbe qualche tumulto: un agitatore austriacante fu ucciso il 5 febbraio. Alla fine di quel mese, notava il Contarmi nel suo Memoriale, le notizie delle vittorie ungheresi sollevarono a Trieste una