Trionfo della fede 361 suo nome, senza che neppure un modesto segno di valore restasse sul suo petto a testimoniare una gesta. Nulla. Eppure nell’affanno di quei giorni egli sperava ancora, e ricordava la risposta data cinque anni prima al comandante del “Goeben” che a Pola ci sarebbe andato per proprio conto; e le parole dette all’inizio della guerra al comandante Valli che gli descriveva la piazza nemica: « Bene, bene. Me la godrò quando andrò a comandarla ». Questo era il momento utile per mantenere la parola. Ma come farlo essendo inchiodato alla Spezia e nemmeno imbarcato ? Alle 12,30 del i° novembre 1918 ricevette un telegramma espresso di Stato che cominciava: « Decifri assolutamente da sé ». Interpretò ansioso: «V. E. è designata ad assumere eventualmente comando piazza marittima di Pola. Studi situazione. Prevenga fabbisogno personale procurando prelevarlo soltanto alla Spezia. Si tenga pronto partire al primo telegramma. Quanto sopra per lei. Revel ». Esultante era già al lavoro quando il giorno dopo ricevette la chiamata definitiva e parti per Venezia. Finalmente! Sul margine estremo della guerra gli attribuivano la responsabilità dell’ultima impresa. Contemporaneamente Millo veniva comandato a Zara. Tutti i presentimenti si avveravano, tutti: quello avuto a Tripoli con Verri e Galli, e quello avuto con Millo nel ’17 quando erano stati sbarcati insieme al Duca. Se avranno bisogno di gente risoluta - si erano detto - un giorno ci richiameranno; e quel giorno era venuto a compensare tutta la sofferenza della tristissima attesa. Parti deciso a dare di sé il più alto rendimento. In quegli stessi giorni la vicende politiche e militari di Pola si svolgevano complicatissime come quelle di tutte le città dell’impero crollato che attendevano un nuovo destino. Le aspirazioni della maggioranza italiana erano ostacolate dai rappresentanti del governo provvisorio jugoslavo di Zagabria, ossia dagli elementi croati che presto apparvero protetti dalla Francia; non solo: la intera flotta austriaca inalberava la bandiera jugoslava poiché l’impero l’aveva ceduta al nuovo Stato. Nel collasso generale parte degli equipaggi sbarcò per tornare ai paesi d’origine, parte