Alla deriva 179 (una forma assai curiosa) mi disse che riconosceva di aver preso un granchio a secco e che se avesse seguita la propria idea avrebbe commesso un grosso marrone. Gli risposi francamente che il suo torto consisteva piuttosto nell’abitudine di cercare e seguire i consigli di persone che non erano assolutamente nel caso di darne a lui, sia per deficienza assoluta di cultura sia per mancanza di abitudine di dirigere e di veder quindi le cose nel loro complesso ». Si sentivano come liberati da un malefico incantesimo: alla snervante incertezza sulla sorte della nave successero le liete prospettive del ritorno in Italia col magnifico risultato ottenuto. Videro, ad un tratto, come nuovo ed estraneo il paesaggio che li circondava, quasi fossero arrivati allora alla baia. Nella notte il dottore non riusciva a dormire per la tensione nervosa, e Cagni fantasticava beato sul suo amore. Riprovava l’emozione del momento in cui aveva veduto drizzarsi gli alberi della nave: « Sentivo le ginocchia che battevano fra loro. Il movimento della nave fu il compendio vittorioso di un anno di discussioni, di lotte, di bile, di speranze, di disillusioni e poi ancora di speranze che non morivano/». Ora bisognava affrettare la partenza. Quasi a favorire l’avvio, il vento apri un canale dalla “ Stella Polare ’ ’ fino al mare libero, anzi spinse al largo la baleniera e gli uomini fecero appena in tempo a gettare da bordo delle corde per fissare un ancoraggio. Poi si diedero affannosamente a caricare materiale lasciandone una parte nella speranza che potesse servire per un eventuale ritorno di Querini. Finalmente il 17 agosto salparono verso il mondo con l’animo trasognato, convinti che la loro via crucis fosse conclusa, come aveva creduto Cagni il 25 aprile dopo aver toccato l’estremo Nord. Invece la navigazione si presentò subito difficile per continui ostacoli di canali mobili, barriere di ghiaccio e minacciosi “icebergs” vaganti. Il pericolo che la baleniera rimanesse schiacciata obbligò a una vigilanza esasperante. Sul limitare della salvezza più di una volta la via parve preclusa senza scampo intanto che la stagione tornava rigida. In pochi giorni i naviganti passarono dalla beatitu-