LA DIMINUZIONE DEL COMMERCIO 457 tore austriacante, il Mauroner, scrisse che la città vedeva « sfiduciata il suo decadente commercio e inaridite le fonti dei passati guadagni ». E continuava così: « Le classi meno doviziose e le basse si risentono delle tristi condizioni in cui verte la città nostra. Bella d’apparente beltà, vivace d’una vita più forzata che naturale, Trieste puossi ai nostri giorni paragonare a giovine donna che sotto il belletto nasconde il pallore della lenta tisi che la rode e trae al sepolcro. Non esageriamo: Trieste è in uno stato di continuo deperimento ». La querimonia era confermata appunto dalla Camera di commercio, la quale dichiarava nel 1861 che l’emporio triestino era decaduto e minacciato di ulteriore peggioramento. Nel 1862 si notava: « arenamentocommerciale, molti fallimenti, giochi di Borsa generalizzati, costernazione, deprezzamento dei stabili, difficoltà grande nelle ipoteche ed incanti giudiziali ». L’anno di poi tutti i competenti, interrogati in una inchiesta della Camera di commercio, riconoscevano che il commercio aveva perduto terreno in ogni direzione. Il commercio dal 1853 al 1863 (traffico via mare) era diminuito dell’11,5 per cento. In quello stesso anno le tariffe erano tuttavia così congegnate, che il trasporto di un quintale di merce da Praga ad Amburgo costava 85-90 soldi e da Praga fino alla Cina, via Amburgo, 1 fiorino e 8 soldi: mentre il trasporto della stessa unità solo da Praga a Trieste costava 2 fiorini e 66 soldi. In relazione a tutti questi fatti sta il tenue aumento della popolazione. La città, che dal 1841 al 1850 non s’era accresciuta che di 2182 abitanti, e nel decennio dal 1850 al 1859 aveva avuto la quota d’aumento del 3,45 pei cento annuo, segnò dal 1859 al 1861 una diminuzione del 5,8 per cento (da 108.227 a 101.947 abitanti). Nel ventennio, dunque, s’era aumentata con la media annua di 1077 abitanti, cioè di poco più dell’i per cento medio. L’indice è molto lontano da quello che segna per il medesimo tempo l’ingrandimento delle altre città marittime d’Europa e mostra che Trieste, lontana dalla prosperità, vegetava appena. Eppure non le mancavano energia e volontà. S’interessava profondamente di tutti i problemi, da cui poteva sperare un rinnovamento delle sue forze. Nel 1861, essendosi sparsa la voce che il canale di Suez non si sarebbe finito, si recò in Egitto Pasquale Revoltella, ch’ebbe un