— 211 — quasi unanimità Manin fu eletto a questo grado supremo. Egli accettò l’incarico gravissimo, ma volle che due militari, uno di marina ed uno dell’ esercito di terra, gli fossero dati a compagni : li disegnava egli stesso all’ assemblea nella speranza che essa dividesse la sua opinione, poiché egli di cose guerresche non aveva conoscenza. I rappresentanti assentirono alla proposta di Manin, e furono nominati l’ammiraglio Graziani ed il colonnello Giovambattista Cavedalis, l’uno con l’incarico di reggere la marina, l’altro con quello di organizzare 1’ esercito ed i mezzi di difesa della città. Prima però che si sciogliesse quella seduta, Manin, salito alla tribuna, pronunciò le seguenti parole : « Avanti di separarci, noi abbiamo un dovere a compiere. » L’esercito piemontese ha versato per noi il suo sangue, » dei fiumi di sangue. Ciò che è più ancora, esso ha sop-» portato delle orribili sofferenze. Durante trentun’ ore senza » pane, senza scarpe, mal vestito, quasi nudo, esposto a » tutte le intemperie, esso si è battuto eroicamente. Altri » Piemontesi in gran numero impedirono al nemico di av-» vicinarsi alle nostre marine. » Egli è un dovere oggidì, meglio di qualsiasi altro » momento, di esprimere la profonda gratitudine al re ed » al popolo subalpino. » Queste parole furono coperte di generali applausi, ed un ordine del giorno, all’ unanimità votato, esternava la gratitudine del popolo veneziano per i fratelli di Piemonte. Giambattista Cavedalis, di Spilimbergo nel Friuli, ebbe la sua educazione nel celebre collegio militare di Modena, e nella sua prima giovinezza aveva militato nell’ armata italiana sotto gli ordini del viceré Eugenio Beauharnais.