— 153 - cosa in breve tempo si ricompose 1’ edifizio amministrativo, rotto e distrutto dalla rivoluzione del 22 marzo. Avvenimenti importanti accadevano frattanto sul Mincio. Radetzky, che con la congiunzione al suo esercito del corpo del La Tour-Taxis, era ormai divenuto formidabile, temendo sulle sorti di Peschiera, strettamente assediata e quasi ridotta agli estremi per mancanza di viveri e per potenza delle artiglierie sarde dirette dal generale Rossi, risolse di tentare un colpo decisivo contro 1’ esercito nemico, che stava accampato sulla lunga linea che si estende da Curtatone a Pastrengo. A Curtatone si appoggiava l’estrema destra dell’ esercito italiano, formata dalla divisione tosco-napoletana sotto gli ordini del generale Laugier; quel corpo trovavasi quasi isolato, e solamente unito al resto dell’ esercito da un debole distaccamento collocato a Goito. Era pensiero del feld-ma-resciallo di attaccare i Tosco-Napoletani improvvisamente con forze assai superiori, disperderli prima che fossero soccorsi, e poscia, rimontando la destra del Mincio, spingersi con l’intero esercito su Goito, ed, operando così alle spalle degl’ Italiani, distruggerne i depositi e rinchiuderli fra il Mincio e l’Adige. Nello stesso tempo un convoglio di viveri, scortato da grosso nerbo di truppe, discendendo per Rivoli dovea cercare di vettovagliare Peschiera. Piano ardito, che, eseguito con insieme e con energia, poteva decidere delle sorti della guerra e riconquistare al-T Austria la perduta Lombardia ; ma nello stesso tempo poteva riuscir fatali agli Austriaci medesimi, se Carlo Alberto, approfittando dell’azzardata mossa del feld-maresciallo, avesse operato energicamente sulla stessa sua linea di ritirata. 20