direttore dei movimenti, chiedeva di potersi recare dal governatore per narrargli 1’ accaduto e ricevere gli ordini opportuni; ma a quella domanda si oppose il Giuriati, dichiarando al Martini, che dovea considerarsi come in arresto, per la qual cosa lo pregava a consegnargli la spada. Pochi momenti dopo giungeva il battaglione di fanteriamarina, comandato dall’ ungherese Boday, con l’ordine di penetrare nell’arsenale. Visto però che le guardie civiche ne guardavano il principale ingresso, il Boday richiese che gli fosse dato il passaggio. Per tutta risposta gli furono chiusi in faccia i cancelli di ferro; perlochè, voltosi l’ungherese ai soldati, ordinò facessero fuoco ; ma a quel comando nessuno obbediva. Allora Baldisserotto, ufficiale di marina, sguainando la spada e ponendosi davanti la fronte, ordinò loro di posare le armi a terra. Boday infuria e si slancia colla spada alla mano sul Baldisserotto. Questi para il colpo e ne segue un breve combattimento, nel quale, rimasto prima ferito l’italiano, fu quindi disarmato l’austriaco, tanto più facilmente che un sergente, venendo in soccorso al Baldisserotto, stramazzava al suolo il Boday, cui fu salva la vita dall’umanità degli astanti. Queste cose avvenivano all’ingresso dell’arsenale, mentre Manin, vieppiù confortato dal pronunciamento del battaglione di fanteria-marina, i di cui soldati avevano già fregiato il petto della coccarda tricolore, feceva aprire l’armeria, dove, trovando raccolti ventimila fucili, parte ne distribuì fra i cittadini disarmati. Delegò il capitano di vascello Graziani a comandare l’arsenale ; al Marsich affidò la marina militare, ed al Paolucci l’artiglieria. Varie altre disposizioni urgenti diede sul luogo, tra le quali quella che