366 Sofferenza dell’ammiraglio tato nel nido di rapaci ostili: non l’avevano ricevuto a cannonate, ma la situazione poteva diventare estremamente pericolosa ad ogni istante se non si fosse ben guardato e se non avesse prevenuto i competitori con temeraria energia e intelligente astuzia. Le unità della divisione italiana diedero fondo forzata-mente sparpagliate fra quelle nemiche i cui equipaggi osservavano con estrema curiosità i “mas” che conoscevano solo di fama come gli affondatoli della “Szent Istvàn”. La “Saint Bon” si arrestò fra la Punta Aguzza e lo Scoglio degli Ulivi, mentre dalla città saliva il clamore festante dei po-lesi che accoglievano i battaglioni giunti da Fasana. Fra il suono delle musiche ed il canto degli inni presso la mole superba dell’anfiteatro romano la statua bronzea dell’imperatrice Elisabetta pareva irrigidita nella desolazione. « Non lontano di li — annotava Maffio Maffii presente — anche il monumento a Tegetthoff, nella sera che cala rapidamente grandi ombre sulle piazze alberate, si vela di caligine e di malinconia ». Quando si accesero i fari di tutte le navi lo specchio del porto riflesse i bagliori delle corazze fra il clamore crescente della dimostrazione ai soldati in arrivo. Foschini racconta: « Nella piazza del Foro illuminata, pavesata di bandiere e di emblemi italiani, il corteo sosta ». « Il popolo vuole che l’antica Porta Aurea sia riconosciuta dai marinai d’Italia venuti a liberarlo dal giogo straniero. Il cancello che recinge la Porta Aurea è abbattuto; cittadini e marinai, stretti e pigiati, imboccano la via Sergia e passano trionfalmente sotto il vetusto arco fra deliranti acclamazioni all’Italia ». E poiché un corteo slavo sopraggiunse per scompigliare quella apoteosi, contro gli antichi nemici camuffati da fratelli si alzarono grida di: «Viva Oberdan, viva Battisti, abbasso i carnefici di Sauro! » Poi, dopo un attimo di silenzio, i polesi intonarono l’inno di Mameli « che cantato insieme da liberati e liberatori, da vecchi, donne, soldati, fanciulle e bambini, fa sentire solenne l’italianità della folla compatta ». Intanto Cagni riceveva a bordo della “Saint Bon” alcuni giovani venuti per consegnargli la bandiera del “Pullino” il sommergibile incagliato alla Galiola con Sauro a bordo.