— 156 — quantità di munizioni. Alla guarnigione austriaca, di circa 1800 uomini, vennero concessi gli onori di guerra ed imposto 1’ obbligo di non combattere per tutta la campagna contro 1’ esercito sardo. Così il 30 maggio segna negli annali della storia del Piemonte due splendidi successi, la vittoria di Goito e la presa di Peschiera. Ma, fatalmente, quanto era avvenuto dopo Pastrengo, accadeva vinta la battaglia di Goito. In luogo di approfittare del vantaggio ottenuto e di marciare con l’intero esercito contro Radetzky, o almeno tentare di tagliargli la ritirata sull’Adige, i giorni che seguirono furono passati nell’ inazione ed in riviste. Carlo Alberto recavasi a Peschiera onde ammirare la nuova conquista e farvi celebrare un Tedeum. Non così accadeva nel campo nemico. Il maresciallo accampava fra Goito e Mantova onde riposare le sue truppe, pronto a combattere, coprendosi la fronte con grandi lavori in terra e con abbattute di alberi. Però, sapendo della sorte di Peschiera, e come quelle truppe che la cingevano di assedio, libere ormai marciavano su Goito, non attese in numero inferiore 1’ assalto che Carlo Alberto progettava. Nella notte dal 3 al 4 giugno levava in fretta il campo e ridu-cevasi a Mantova, dove risolveva di portare la guerra sul Veneto e rendersi padrone di Vicenza. Egli comprese che fino a tanto questa città e le altre del Veneto non fossero ridotte all’ obbedienza, le sue comunicazioni goI centro del-l’impero sarebbero state sempre interrotte. Finché Durando teneva Vicenza, il maresciallo era chiuso nel quadrilatero, nè poteva, col nemico alle spalle, spiegare tutte le sue forze contro 1’ esercito sardo.