— 444 — furono prodighe di elogi, ma non di denaro, e solo 1500 generosi, per la maggior parte napoletani e lombardi, sparsero il loro sangue coi fratelli veneti nei sei ultimi mesi della nobile e gloriosa resistenza. Però questa rappresentanza delle altre parti della Penisola componevasi di quanto eravi di più valoroso, di più elevato per sentimenti patriottici. Nondimeno Venezia non pensò giammai esclusiva-mente a sè stessa, ma bensì al bene generale d’Italia. Si disse che Venezia poteva maggiormente resistere, se più abbondantemente approvvigionata. Questo è forse vero ; ma giova ricordare come in febbraio 1849 la commissione di difesa, prima ancora che scoppiasse la seconda guerra, ritenesse sufficienti i tre mesi di approvvigionamento preparati dal Pincherle'nel maggio 1848. Forse la commissione ed il governo speravano nella vittoria e fidavano negli aiuti di Francia. D’altra parte, per approvvigionare la città per un anno di viveri molti milioni necessitavano,-e 1’ erario era esausto. Infine coi viveri dovevasi provvedere le munizioni indispensabili per la difesa. Dopo la battaglia di Novara, quando Venezia sola rimase in armi, essa dovette vivere colle poche sue risorse, \ senza speranza di maggiormente vettovagliarsi ; e tale fu l’economia introdotta e la saggia direzione della Commissione annonaria, che i tre mesi di viveri accumulati nei granai e nei magazzini bastarono per cinque. D’ altronde 1’ ultimo pane finiva con 1’ ultima carica di cannone ! Se vi fu errore e grande, ed al quale devesi la triste sorte di quella città, fu quello di non aver provveduto alla marina dopo la fatale perdita della flotta. La mancanza di