— 258 — » Improvvisamente rimbombavano i bronzi della nostra ba-» silica, riempiendo 1’ aria della loro maestosa e sacra ar-» monia, annunciando che il clero nel tempio non era in-» sensibile alla nuova della nostra vittoria. Questo appello » agì come una scossa elettrica sul popolo che ingombrava » la piazza ; un movimento instintivo faceva sentire in tutti » il bisogno di umiliarsi davanti al Dio della vittoria; tutti » si volsero verso la chiesa, tutti vi accorsero, la piazza ri-» mase deserta ! » Questo inno di riconoscenza a Dio, queste lagrime ver-» sate in ricordo dei martiri d’Italia, dicono altamente quale » pietà alberga nei nostri cuori, e che siamo veramente » degni di questa libertà civile che santifica la religione. » Ieri a undici ore di mattina, delle barche rimorchia-» rono in faccia alla piazzetta i cannoni e gli altri trofei » presi al nemico ; il popolo ammassato sul molo li guar-» dava con estasi. Tosto che furono sbarcati, succedeva una » gara fra coloro che si sarebbero attaccati alle corde per » trascinarli nel recinto della gran-guardia : vecchi e fan-» ciulli si disputavano 1’ onore di questa fatica ; si poteva » supporre di assistere ad una di quelle feste dei nostri avi, » allorché le navi veneziane ritornavano dall’ Asia cariche » di spoglie dei Turchi ! Quei giorni gloriosi possono ritor-» nare, se gl’ Italiani, fino ad ora divisi da indegne rivalità, » continuano ad avvicinarsi, a conoscersi ed apprezzarsi gli » uni gli altri ! Un poco dopo parecchi distaccamenti dei » differenti corpi che hanno partecipato al fatto d’ armi di » Mestre arrivarono sulla piazza : un distaccamento di Lom-» bardi, uno dell’ Italia libera, dei Ciacciatori del Sile, di » Bolognesi, di gendarmi e di artiglieria ; infine un distac-