— 432 — » le contrade per vegliare sulle case e sui beni dei fuggi-» tivi ; infine (come successe questa mattina) tal altro, in-» ginocchiato nel tempio del Signore, implorando il padre » degli afflitti. » Ma le anime si fortificano in ragione medesima. delle » afflizioni. Tutto ci sembra ormai possibile, meno il tran-» sigere con 1’ onore : 1’ onore deve essere salvo ad ogni » costo ; ed esso lo sarà quale siasi la sorte che ci riserva » 1’ avvenire. • » Una troppo bella eredità di gloria fu legata a questo » popolo dagli avi suoi, perchè giammai egli si rassegni a » vedere di nuovo lo straniero assidersi sulla soglia della » sua casa, da dove lo scacciò in un giorno di magnanima » collera, e dove egli compare ancora per imporre a questo » popolo il duro servaggio del quale erasi affrancato. » Le nostre sofferenze attuali hanno consacrato alla » faccia dell’ universo il nome d’intelligente, d’ eroico, di » cristiano al popolo veneziano. Senza dubbio conviene de-» plorare che ogni compassione sembri morta nel mondo ; » che la virtù non trovi più grazia nè aiuto. » In altri tempi, che si chiamano barbari, all’ aspetto » di una tale sofferenza di un popolo generoso, si sareb-» bero trovati fra i potenti della terra dei cuori abbastanza » elevati per imporre un termine a barbarie così orribili. » All’ epoca attuale, egli è tutto al più se si manifestano » dei sentimenti di simpatia; sentimenti freddi, sterili, ultimi » avanzi della eredità morale delle nazioni, quando a loro » non resta della patria che la borsa, e delle leggi che » quelle dell’ aritmetica. Tuttavia, se la virtù è a sé stessa » la migliore ricompensa, le nostre attuali calamità ci hanno