- 205 — un’ altra sul Po. In quel concetto abbandonavasi affatto Venezia che si lasciava in balìa al caso, perché, tolti ad essa i difensori che le erano necessari, ponevasi nell’ impossibilità di resistere. Il passaggio del Brenta poteva eseguirsi, essendo protetto dal cannone di Brondolo : ma quello del-1’ Adige, largo e profondo fiume, con quali mezzi si effettuerebbe ? Ed ammesso che si fosse felicemente eseguito, in questa lunga marcia di fianco ad un nemico più numeroso, il Po ci avrebbe sempre separati dalla divisione romana, anche quando la medesima avesse esistito. Infatti le notizie precise venute da Ferrara dicevano, che nessuna forza era concentrata in quelle vicinanze, che le milizie partite da Venezia, le sole eh’ esistessero in quello Stato, erano disseminate, e che a Roma non pensavasi a riunirle e renderle ausiliarie in una guerra nel Veneto ('). Era naturale che un piano così arrischiato producesse una dolorosa sorpresa in ufficiali, che, conoscendo la natura del terreno e gli ostacoli da superare, vedevano la perdita dell’ intero corpo, se solamente gli Austriaci si fossero spinti su Rovigo o in qualche altro punto del Polesine. E quantunque la loro meraviglia non venisse esternata con parole, scorgevasi come dissentissero dal generale in capo in siffatta questione. Il generale Rizzardi, prode ed intel- (') Nelle memorie di Felice Orsini trovasi in proposito quanto segue: « Allorché la seconda campagna fu annunciata, il governo romano, met-i tendo un termine alle sue imperdonabili esitazioni per P organizzazione » dell’ armata, si decise il 22 marzo (un giorno prima della battaglia di » Novara) ad ordinare al ministero della guerra di prendere le necessarie » misure per mobilizzare li 10,000 uomini disseminati su tutto il territorio, d piazzandoli sotto gli ordini di Mezzacapo. Il governo di Venezia, più sobrio » in parole ed in proclami, inviò davanti all’inimico 17,000 uomini perfet-» tainente organizzati. »