— 356 — Venezia ; dappoiché le artiglierie di allora non avevano la portata di quelle di oggidì, e specialmente perchè una vasta laguna di acqua, navigabile solo per stretti canali, diveniva ostacolo insuperabile al nemico. Gli Austriaci dal loro canto potevano armare numerose batterie sull’ isola di S. Giuliano, quella stessa che gl’ Italiani avevano abbandonata : essa è distante dal gran piazzale circa 900 metri e 1600 da S. Secondo. Gli archi rotti del ponte di rimpetto a S. Giuliano servir potevano a collocare qualche mortaio e finalmente sulla testata del ponte medesimo fu in seguito armata una batteria più a difesa che per offendere 1’ assediato. A comandante della batteria del ponte fu destinato il capitano Giovanni Andreasi sotto la dipendenza del tenente colonnello Cosenz comandante del primo circondario di difesa. Fu egli che, essendo il primo giorno nel quale la batteria aperse il fuoco contro il nemico la festa di S. Antonio, diede ad essa questo nome. Il forte di S. Secondo fu affidato ai maggiori Carrano e Virgili : la divisione di mare dallo stesso lato era comandata dal capitano di corvetta Basilisco. La batteria di S. Giorgio ed i grossi trabaccoli che proteggevano la sinistra del ponte furono posti sotto gli ordini del maggiore Badaelli. Prima cura degli assediati, per rendere inaccessibile la batteria del piazzale, fu quella di sbarazzare del materiale gli archi rotti vicini ad essa : questo lavoro fu eseguito in pochi giorni mercè 1’ energia e l’indefesso lavoro dei marinari e dei soldati, nonché degli abitanti, che volontariamente si prestarono, scavando così un fossato assai largo ma poco profondo che divideva il forte dal rimanente del ponte.