— 30 — quale chiedeva il permesso di far pubblico per le stampe un discorso da lui pronunciato all’ Ateneo di Venezia. Rappresentava essere necessarie al bene del Regno tre cose, cioè: un’amministrazione conforme al carattere nazionale ; dei deputati realmente rappresentanti la volontà del paese ; la libertà della stampa. Soggiungeva che in tal modo si avrebbe potuto soddisfare ai bisogni del paese, che 1’ autorità dell’ Austria sarebbesi onorevolmente mantenuta, e che, nel caso contrario, dovevansi paventare i danni che ne sarebbero derivati. Questi scritti, diramati in gran copia in Venezia e nelle provincie, produssero una forte sensazione. Gli autori furono ovunque ammirati pel coraggio cittadino addimostrato, e si ebbero lodi ed encomi da ogni città. Incoraggiamenti furono indirizzati alla Congregazione centrale, eccitandola perchè vivamente rappresentasse a Vienna i bisogni e i desideri del paese. Non era certamente abituato il governo austriaco a simili atti di opposizione legale, non mai esistita prima nel Regno, avvezzo a sopportare i soprusi e le prepotenze militari e poliziesche. Strano apparivagli questo generale concitamento ; e, siccome nuovo ed inatteso, non sapeva come combatterlo. Però alcuni provvedimenti furono presi dalla polizia, che, più coraggiosa perchè in nulla sindacata, credette fermare coi soliti arresti e colle vessazioni un movimento ormai diventato irresistibile. Infatti giorno per giorno moltiplicavano i segni di avversione contro l’Austria. I militari si trovarono ad un tratto isolati. Le case, che prima li accoglievano, si chiusero per essi; mentre le relazioni amichevoli e fraterne si man-