— 544 — stornare il flagello sempre terribile, nè correggere le circostanze che minacciano di dargli delle proporzioni gigantesche. Come impedire 1’ agglomerazione di più in più grande nei locali sovente umidi, stretti, malsani ? Come modificare la nutrizione, della quale non solamente i poveri ma anche i ricchi devono servirsi ? Come procurarsi i medicinali indispensabili che ci mancano? Come infine offrire delle consolazioni ad un popolo attristato per tante cause ec. ec. Il medico municipale Duodo. (Altro rapporto che fa seguito) Rapporto del tenente-colonnello Sanfermo, comandante ì pompieri di Venezia. Venezia, 5 agosto, 8 ore di sera. Gli obici, le bombe ed i razzi lanciati in numero sempre crescente sulla città fanno aumentare ogni giorno gl’ incendi. Oggi ve ne furono sei, dei quali uno formidabile alla riva di Biagio nel palazzo Zen : i soccorsi furono da per tutto pronti quanto era possibile, ma nel palazzo Zen non si potè salvare il tetto ed una parte del 1.* piano. Malgrado lo zelo dei pompieri disponibili ed il loro incessante lavoro, è impossibile, se non si mette a mia disposizione tutto il corpo, accorrere su tutti i punti minacciati. Il consiglio municipale è dunque pregato di indirizzarsi al comandante generale della marina perchè lasci in libertà gli operai dell’ arsenale, appartenenti al corpo dei pompieri. Io farò tutto ciò che umanamente è possibile per poter accorrere da per tutto dove vi sarà bisogno. Ma nello stesso tempo io debbo dichiarare nettamente che, se degli incendi venissero a scoppiare su diversi punti alla volta, io non potrei rispondere del successo ec. Il tenente colonnello comandante Sanfermo.