— 64 — Tutte queste città e le minori terre, libere dalla dominazione straniera, eleggevano i loro governi provvisori. Le guardie nazionali funzionavano dappertutto, quantunque, per la novità della cosa e il poco accordo delle volontà, la bisogna procedesse assai confusamente. Però il nemico stesso, che, come dissi, fu sorpreso dal subitaneo insorgere di tutto il Lombardo-Veneto, non trovavasi in condizioni invidiabili di tranquillità e di ordine. Valgano a dimostrarlo le due lettere qui sotto trascritte, che l’Arciduca Ranieri, primogenito del viceré del Lombardo-Ve-neto, scriveva al fratello e che furono intercettate dalla guardia civica. Esse varranno a edificare coloro che vantano la mitezza d’animo e la generosità di sentire dei principi di casa d’Austria. Dell' arciduca Ranieri all’arciduca Ernesto (f). Verona, 19 marzo 1848. , « Caro Ernesto, » Ho ricevuto il denaro. In questo momento precisa-» mente ho scritto a Leopoldo ; per conseguenza egli sa ciò » che qui succede. Noi siamo in un vero ospitale di pazzi. » Le nuove di Vienna (le quali sentono assai bene la im-» peratrice madre e la loro Sofia, che non vogliono toc-» cati nemmeno con la punta delle dita i Viennesi) hanno » avuto anche qui le loro naturali conseguenze. Io non so » troppo cosa sia succeduto a Bergamo : tu sei più vicino » alla sorgente di me. (<) Alcuni fra i molti documenti, dei quali è cenno in questo libro, esistono fra le carte lasciate da Manin e pubblicate dal signor Planat de la Faye nella sua opera : Documents authentiques.