— 311 patii del quale i Tedeschi dovevano ritirarsi al di là della Sesia. In tal modo ebbe termine la battaglia. Casale per il suo magnanimo ardire ebbe la gloria di resistere e di re- 9 spingere notevoli forze nemiche, dimostrando come coloro che amano veramente la patria possono trasformarsi in eroi. La bella resistenza di quella nobile città si meritò l’ammirazione di tutta Italia. Brescia, la leonessa lombarda, come la chiama il poeta Aleardi, era insorta. Sempre prima fra le città italiane a dare 1’ esempio della virtù e del coraggio, essa non aspettò che la vittoria coronasse le armi di Carlo Alberto : insorse tosto che cominciarono le prime ostilità. Scacciato il presidio che ritiravasi nel munito castello, ributtava il vecchio Nugent accorso con 1000 uomini per sottometterla, e inalberava audacemente lo stendardo tricolore. Giammai si vide tanto eroismo e tanto coraggio di cittadini. Armatisi tosto, si posero a custodia delle barricate : colà passarono lunghi giorni, affannosamente attendendo le notizie dal campo. Queste giungevano incerte, contraddittorie ; ma alla fine la triste realtà non lasciò più dubbio alcuno sull’ esito della guerra. Nondimeno quei generosi non titubarono; il loro animo non piegò a timidi consigli: risoluti di combattere il nemico, che, forte di numero, scortando immenso materiale d’ assedio, si avvicinava. Il feroce Haynau aveva avuto l’incarico di sottomettere Brescia. A niuno, meglio che a lui, potevasi affidare la impresa inumana ; Haynau fu il carnefice di Brescia. Io non racconterò la lotta atroce, disperata, le morti numerose ed eroiche, il bombardamento, gl’ incendi e le rovine, le mostruosità enormi che seguirono la presa di