— J 27 — davano, nonché da lettere premurose che il vecchio Ar-mandi, ministro della guerra a Venezia, gl’inviava, a malincuore abbandonava la forte posizione e ordinava alle sue truppe di accostarsi a Treviso, con l’idea forse di varcare il Sile a Quinto e cosi minacciare la destra degl’imperiali. Però, giunto a Mogliano e saputo come le truppe del Ferrari fossero cadute in un estremo disordine e come minacciassero il loro generale accusandolo ingiustamente della morte del Guidotti, accorreva a Mestre dove erano accampate e con la sua autorità pervenne a sedare gli spiriti agitati e a ricondurre la calma. La mossa del generale Durando e 1’ abbandono di Piaz-zola decise il generale austriaco ad avviarsi sollecitamente sul Brenta. Ammalatosi per via, il Nugent cedeva il comando delle truppe al tenente-maresciallo La Tour-Taxis, che si affrettò di porre in movimenio la intera colonna che ammontava a circa 20,000 uomini. Nell’ intento di mascherare la sua mossa, ordinò che alcune truppe continuassero a minacciare Treviso, le quali però, appena saputolo al di là del Brenta, dovevano abbandonare la simulala impresa, ritirandosi per il ponte della Priula oltre Piave, dove il tenente-maresciallo Stürmer era incaricato di formare un altro corpo d’armata. La Tour giungeva il 19 a Castelfranco e, recatosi in fretta a Fontaniva sul Brenta, soverchiali i pochi volontari lasciati a difesa del ponte, accampavasi al di là del fiume. Il 20 procedeva verso Vicenza, dove giungeva a tiro di cannone alle due pomeridiane. Saputo dai generale italiano il movimento del nemico, ed accortosi, come ragionevolmente avea supposto, che il