— 312 — quella forte città. Basta citare i nomi dello Speri, dello Zinca, di Scamozzi e di cento altri, che vivranno eterni nella storia patria e che in quei giorni resero immortale la loro città nativa. Ogni bresciano fu un eroe; ogni donna emulò in virtù le antiche spartane e quante ne vanta la storia italiana. Circa poi alle torture ed al martirio di Brescia trascrivo alcune parole del rapporto, che Haynau medesimo indirizzava a Badetzky : « Feci aprir subito un terribile bombardamento sulla » città e ricominciare 1' assalto. Attesa la grave perdita che » avevamo di già sofferta e 1’ ostinazione ed il furore del » nemico, si dovette procedere alle più rigorose misure. » Comandai perciò che non si facessero prigionieri, e fos-» sero immediatamente massacrati tutti coloro che venissero » colti colle armi alla mano ; le case, dalle quali venisse spa-» rato, incendiate ; e così avvenne che il fuoco, già inco-» minciato per opera delle truppe e del bombardamento, » si appiccò in parecchi luoghi. » Gli ordini erano precisi ; tutte le più orrende mostruosità si permettevano. Il signor Carlo De la Varenne così scrive di Brescia : « Brescia, bombardata ad oltranza, incendiata, demolita » dalle palle, piena di morti e di feriti, resistette otto giorni » intieri dietro le barricate delle sue strade. La rabbia di » Haynau non può essere descritta. Le truppe, non meno » inviperite che il loro capo, entrarono nelle case mettendo » tutto a ferro e fuoco, uccidendo gli uomini, violando le » donne prima di massacrarle. Fra le altre cose orribili, i » vincitori invasero un pensionato di fanciulli, uccisero l’isti-» tutore, quindi sua moglie, sua madre, i suoi tre figli e