Sile, Friulani, Lombardi, e Napoletani ammirabilmente li secondavano. La lotta gigantesca continuava senza un' ora di tregua, senza una sosta di pochi minuti. Dimenticavano di essere uomini ; obbliando la stanchezza, la fame, nessuno di quei prodi chiedeva riposo : il nemico poteva rimpiazzare i suoi artiglieri, ma gli assediati doveano continuare, perchè non vi erano uomini che per riparare alle perdite fatte dal cannone austriaco. Una palla nemica uccide un artigliere del Bandiera e Moro che serviva un pezzo, e tosto è rimpiazzato da un compagno. Preso di mira quel punto dall’ inimico, un’ altra palla uccide il nuovo venuto. In meno di un’ ora quattro uomini perdono la vita in quel posto, ma il quinto li rimpiazza ed il pezzo continua il suo fuoco. La notte non interruppe il combattimento. Alle 9 di sera il cannone tuonava ancora : poscia il fuoco andò gradatamente diminuendo, solo mantenuto dai mortai nemici : vi fu qualche ora di tregua, impiegata non al riposo, ma a riparare alla meglio i gravi guasti prodotti dal bombardamento. Occorrevano cannonieri, perchè molti erano i caduti. Graziani ordina che quarantotto della marina si approntassero a partire, de’ quali destina trentasei per Marghera e gli altri di riserva al ponte della strada ferrata. Gli convenne inviarli tutti a combattere, perchè i dodici esclusi si gettarono ai suoi piedi, pregandolo di lasciarli partire, per vendicare, dicevano, gli estinti camerati. Nel mattino del 25 lo stesso furore da ambe le parti. Marghera rassomigliava ad un vasto cimitero ; le bombe avevano scavate innumerevoli fosse. In questo giorno gra-