— 433 — » conquistato il più grande dei premi, e la nostra sorte, » sommersa nella sventura della patria spirante, è più bella » che quella dei felici della terra. » Per essi, la pace è la schiavitù dei popoli, è l’olocausto » delle nazioni più degne della libertà; e queste abbomi-» nazioni essi le chiamano una dura necessità politica. » Per noi, la nostra consolazione è pensare che una » pace durevole non sta che nella giustizia, che male si » edifica sull’ abisso ; è il pensare che per le nazioni il » martirio è anche la redenzione ! » Frattanto la squadra navale veneta erasi concentrata agli Alberoni : la corvetta Civica, comandata dal Lettis, partita da Chioggia per raggiungerla, attaccata per via da tre piroscafi nemici, dopo un vivo cannoneggiamento li :v] aveva respinti. Tutta la divisione sortiva dal porto nel giorno 6: essa era composta di 4 corvette, 3 brick, una goletta, un piroscafo e 10 trabaccoli. Gli equipaggi animati e disposti all’ ultimo sacrificio, quello di morire o di vincere. Alla sera dello stesso giorno trovavasi a 22 miglia distante dalla costa : ma davanti ad essa la flotta austriaca si ritirava. Al mattino del 7 il mare era deserto, nè vi si scorgeva alcuna vela. Queste notizie rinfrancarono la popolazione : essa sperava che finalmente una battaglia sul mare sarebbesi combattuta, ed abituata a vedere le truppe di terra vincere quando affrontavano il nemico, ripromettevasi un trionfo, quantunque sapesse quale fosse la sproporzione delle forze : era quella 1’ ultima speranza che rimaneva. Però il bombardamento aumentava : alcuni quadri del-1' accademia delle belle arti ne furono colpiti : si cercò con 55