Passione interventista 321 Cagni che era là ad osservare, fu colto dal timore che qualche grave sciagura fosse stata provocata dallo scoppio di uno dei grossi cannoni a impianto triplo che egli aveva concorso a far adottare sostenendone l’opportunità tecnica fin dal 1908. «Ed ebbi un doppio sussulto: il dolore di molti morti perché questi impianti contengono una trentina d’uomini, e l’angoscia di aver concorso con la mia idea allo scoramento di tutte le navi nuove che hanno ora questo tipo di impianto che gli inglesi fecero loro, ma la cui paternità fu rivendicata in mio nome dal comandante Sul-liani ». Ma l’incidente di proporzioni in realtà assai modeste aveva avuto altra causa. Oltre questa sua idea per le artiglierie, durante la sua carriera Cagni aveva dato altri contributi personali alla tecnica ed ai metodi della marina da guerra: una speciale condotta dei fuochi di macchina, ed un certo sistema di tiro, già adottato sulla “Napoli” poi caduto in disuso e finalmente ripreso per volontà del Duca. «Si tratta di tirare simultaneamente a doppietta i cannoni della stessa torre. Con questo sistema, sul “ Pisa”, anziché otto colpi al minuto, se ne tirano dodici ». Ma la maggiore influenza di Cagni nell’àmbito della marina fu sempre quella di insuperato educatore e animatore d’uomini, di irriducibile avversario di ogni tendenza alla burocratizzazione dell’organismo bellico. Appunto in agosto denunciava indignato di aver ricevuto nelle ventiquattro ore ben novan-tasei disposizioni, e calcolava: in media quattro all’ora, una ogni quarto d’ora: « Capisci che c’è da impazzire e si consuma il tempo e le proprie energie solo a leggere gli ordini che naturalmente per la maggior parte non hanno importanza. Cosi non si ha più un momento per occuparsi seriamente delle cose ». Il suo metodo consisteva invece nel tenere contatti diretti, facendo il minor uso possibile di carte d’ufficio. Non era per questo uno dei tanti disordinati praticoni che rifuggono da qualsiasi ordine nel lavoro: anzi le sue lettere frequenti, i suoi diari, i suoi memoriali testimoniano un bisogno di chiara esposizione delle idee e di esame interiore che significano mente ordinata. Ma il vizio burocratico, ovunque si rivelasse, fu sempre la 21.